Più diminuiscono i giorni che ci separano dal 20 gennaio, più aumentano i sentimenti di febbrile attesa per l’inizio della nuova era promessa da Donald Trump con il suo secondo insediamento a Presidente degli USA, cioè della più importante ed influente economia del mondo, a suo modo democratica.
Questa agitata attesa trae origine dalle più evidenti caratteristiche della personalità di The Donald: l’imprevedibilità e la spregiudicatezza che gli permettono di dire le più stupide bugie trasformandole poi in verità incontrovertibili grazie alla potenza che amministra e, soprattutto, di fare e poi disfare ciò che per chiunque altro sarebbe impossibile. Uno dei frutti più straordinari del carattere esplosivo di Trump, è stata l’associazione alla gestione della presidenza USA di Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo già impegnato nella realizzazione di sogni fantascientifici di cui già la sola parte nota (colonizzazione di Marte, sistema globale satellitare, partenza di razzi riutilizzabili che partono e atterrano dalla stessa rampa di lancio con precisione millimetrica) fa impressione, senza contare l’impegno nel settore dei miracoli – che sembra coronato pure dal successo – di ridare la mobilità ai paraplegici.
La stessa unione alla guida del mondo Occidentale di due personalità così bizzarre, eccentriche e mutevoli accentua l’aspettativa per il post 20 gennaio 2025: la potenza economica, finanziaria, tecnologica, strutturale, militare di cui potranno disporre è effettivamente e concretamente tale da poter cambiare i destini del mondo e l’auspicio è sinceramente quello che, insieme, lo sappiano o lo vogliano fare. La previsione è che sicuramente insieme lo faranno. Il problema è se lo faranno nella giusta direzione, cioè a beneficio di un mondo che di una guida sicura, esperta e protesa al bene comune ne avrebbe assolutamente bisogno.
Lo scenario dell’attualità mondiale, dopo il Covid-19, è dei più preoccupanti.
L’epidemia non era neppure finita nel 2021, che la Russia ha invaso il 20 febbraio 2022 l’Ucraina con una spregiudicata violazione del diritto internazionale. La violenta mossa fu preceduta di pochi giorni da un colloquio tra Putin e il capo cinese Xi Jinping sicché è lecito ipotizzare che quest’ultimo abbia dato il via libera all’operazione sia pure con il limite, da poco rivelato dal Segretario di Stato Usa uscente Blixen, di non usare l’arma atomica. Di fronte alla resistenza dell’Ucraina supportata dall’area Occidentale di ben cinquanta Paesi, si è palesemente manifestato il già noto “asse del male” formato da Russia, Cina, Corea del Nord e Iran che si sono aggregati alla Russia non solo col supporto delle forniture militari, ma perfino con l’invio di truppe in trincea.
Forse eccitata da questo clima globale, l’organizzazione filoiraniana Hamas, di stanza a Gaza, il 7 ottobre 2023 ha scatenato il più violento attacco terroristico contro Israele dal 1945 provocando 1.200 morti e il rapimento di 240 ostaggi, molti dei quali, fortunosamente rimasti in vita, sono ancora in cattività. Hamas non poteva non attendersi una reazione potente e aggressiva da parte di Israele e da lì poteva oggettivamente scatenarsi, con l’intervento diretto dell’Iran, di Hezbollah dal Libano e degli Houti dallo Yemen, la terza guerra mondiale. Le cose, stranamente, non sono andate così e la risposta, anche in questo caso, riconduce all’intervento della Cina che, dal canto suo, con la sua superproduzione industriale, trova più comodo minare alla radice la stabilità occidentale debilitandone la struttura produttiva con effetto domino sul piano sociale mentre, con le sue tecnologie social usate dalla Russia, prova ad alterarne gli equilibri politici, come la recente esperienza delle elezioni in Romania dimostra. Se si aggiungono gli attacchi hacker della Russia sull’intero fronte produttivo di beni e servizi, anche pubblici, la più profonda sensazione è che proprio l’Europa, che con la sua estensione alla Gran Bretagna è il più fiero alleato degli Stati Uniti, sia accerchiata politicamente, economicamente e militarmente dall’”asse del male”.
Le difficoltà di reazione a questa serie di attacchi talmente complessi da venir definiti “ibridi”, sta permettendo di parlare sempre più spesso di declino dell’Occidente. E non sembra che le nuove generazioni si sentano sinceramente coinvolte in queste considerazioni come la scarsa partecipazione al rito democratico del voto dimostra.
E’ dal desiderio di uscire da questa incertezza depressiva che sorge la speranza dell’area Occidentale per l’avvento di Donald Trump, sentimento esaltato dall’affiancamento del fantasioso Elon Musk.
Ma si tratta di una speranza piena di dubbi perché, per adesso, i segnali non sono confortanti. Soprattutto Elon Musk si è messo ad impartire lezioni al mondo intero con uno stile deprecabile per mancanza di diplomazia, di informazione e di lucidità politica. Si tratta proprio dei settori in cui dovrebbe correggerlo Donald Trump, ma questi non sembra affatto averne la voglia e neppure la forza sicché è costretto ad inseguirlo più che arginarlo. E, comunque, gli sta lasciando briglia sciolta spargendo una brutta impressione in Europa.
Insieme, quei due saranno in grado di mantenere le promesse di pace? Oppure lasceranno carta bianca a Netanyahu di bombardare l’Iran per togliergli ogni velleità nucleare ed impartire una prima e sonora lezione all’asse del male così da spiegare alla Russia che è il momento di mollare sull’Ucraina? E una simile lezione sarebbe compresa dagli alleati dell’Iran, oppure questi risponderebbero a loro volta a suon di bombe?
Insomma, se è concreta la prospettiva di una nuova era con l’avvento di Trump e Musk a capo degli USA, non è affatto detto che sarà un’epoca di pace, serenità e prosperità. Di certo, sin qui, i due non hanno l’aspetto di colombe.
Alle aspettative del mondo, potrebbero rivelarsi dei “sòla”: nel senso di fregatura, di persona che dice una cosa e poi ne fa un’altra oppure che all’ultimo momento tradisce l’impregno preso, come spiega il vocabolario romanesco.
In Europa non resta che attendere perché solo l’avvenire potrà spiegarci in quale razza di mondo verremo a trovarci dopo il 20 gennaio 2025 con due api regina nello stesso alveare made in USA.