Crediamo che sia importante che la RAI trasmetta MAGMA, il docu-film di Giorgia Furlan che ricostruisce il delitto Mattarella a quarantacinque anni da quel terribile atto criminale.
In gioco c’è, ancora una volta, il senso stesso del servizio pubblico radio televisivo, che la RAI ha il dovere di interpretare nel migliore dei modi.
Il servizio pubblico radio televisivo ha il compito di stimolare la riflessione collettiva proponendo lavori seri e rilevanti pubblicamente. E’ questo il caso di MAGMA? Noi crediamo di sì, perché è autorevole la squadra che ha realizzato questo prodotto e perché affronta una pagina di storia italiana decisiva per capire chi siamo oggi, della quale manca ancora, nonostante tutto, una precisa e completa ricostruzione. Tanto è vero che dalla stessa Procura di Palermo arriva notizia di una imminente iniziativa.
Serietà e rilevanza pubblica possono apparire come criteri non sufficienti a decidere tra trasmissione e oscuramento, ma non è così, anzi. Non lo è in un Paese laico, fondato sul pluralismo e quindi sul riconoscimento della legittimità delle diverse sensibilità presenti nella società, che fatalmente si traducono in diversi punti di vista, diverse prospettive con le quali guardare alla realtà, purché rispettose del perimetro tracciato dalla Costituzione. Da noi la democrazia si fa (ancora) cosi. Cosa non deve fare invece il servizio pubblico radio televisivo? Non deve censurare un prodotto serio e rilevante per timore che dispiaccia al Governo, che rappresenta temporaneamente una maggioranza parlamentare e non la “Verità”. Quando serietà e rilevanza vengono piegate alla narrazione funzionale agli interessi della maggioranza si comincia ad uscire dal campo della democrazia liberale e si entra in un altro campo, quello delle autocrazie travestite da democrazie. Uno “slittamento” non inaudito, visto che la democrazia italiana dei decenni passati è ormai pacificamente definita come una democrazia a “sovranità limitata”. E tuttavia il fatto che sia successo in passato non significa che debba succedere ancora e soprattutto non giustifica ne’ l’ignavia, ne’ tanto meno l’indifferenza complice. Articolo 21 è preoccupata (e non da oggi) che lo “slittamento” stia prendendo una velocità pericolosa, perché purtroppo sono diversi ed inquietanti i segnali che raccoglie. Segnali convergenti purtroppo. Due esempi su tutti: l’omessa trasmissione del documento-film “Gioventù Meloniana” prodotto da Fanpage ed al contrario l’insistenza con la quale diverse trasmissioni RAI si stanno facendo megafono della versione Mori-Trizzino-Colosimo sulla strage di Via D’Amelio del 19 Luglio 1992. Cosa accomuna questi esempi? l’evidente desiderio di fare uscire dalla “scena dei crimini” tutti coloro che in un modo o in un altro possano essere ricondotti alla destra degli “eredi-al-quadrato” (del Duce e di Berlusconi). Anche MAGMA verrà trattato secondo questo copione, reo di spiegare il delitto “perfetto” anche attraverso quei neo fascisti eversivi nei fini e terroristi nei modi? Lo vedremo. L’ante prima nazionale è fissata per il 9 Gennaio a Roma, sarebbe il caso che vi partecipassero anche i vertici RAI, così da decidere a ragion veduta. Qualcuno ci sarà che proverà a consolarci dicendo: tanto poi lo vedremo lo stesso, su altri canali e piattaforme. Ma la RAI nella sua funzione non è fungibile. Quindi risparmiate il fiato: l’unica nostra consolazione resta la Costituzione.