“Pattume mediatico giudiziario”: così Marina Berlusconi, e non solo lei, hanno definito la puntata trasmessa ieri da Report che comprendeva una inchiesta di Paolo Mondani su Berlusconi, su Dell’Utri e sul rapporto tra politica e mafia. Come sempre Paolo Mondani, giornalista rigoroso e documentato, ha connesso fatti, ridato memoria, riletto sentenze, senza abbandonarsi a ipotesi fantasiose e non verificate.
Proprio questo ha fatto saltare i nervi a parenti, affini, amici degli amici e soprattutto a chi è impegnato da mesi in una vergognosa operazione di riscrittura delle sentenze e della storia, una operazione che va dalla strage di Bologna a quella di Ustica, dal delitto di Piersanti Mattarella alla trattativa Stato-mafia. I negazionisti vorrebbero cancellare le inchieste di Falcone e Borsellino, ridurre la mafia ad un fenomeno regionale, interessata solo agli appalti, fatta di coppole e lupare. Questo hanno sempre cercato di fare, sin da quando persero le staffe contro chiunque, a cominciar da Marco Travaglio e Peter Gomez, cercasse di indagare sulle origini delle fortune di Berlusconi, sul mafioso Mangano, sulle amicizie pericolose di Marcello dell’Utri, l’amico fedele che non ha mai parlato e per questo è stato ricompensato.
Ora tenteranno di intimidire Report, magari cercheranno di convocare un nuovo processo-farsa in Vigilanza. Se e quando dovesse farlo, prepariamoci a scendere in piazza contro questo autentico “pattume politico, mediatico, giudiziario”.
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