Meloni interventista nei bavagli, temporeggiatrice nei diritti dei precari. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni conferma i bavagli alla stampa e su precari ed equo compenso butta la palla in tribuna.
Sul divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare e sull’inasprimento delle sanzioni economiche per la diffamazione Meloni ignora norme e sentenze europee.
Un decisionismo che improvvisamente sparisce quando si tratta di dare risposte a chi tra i giornalisti ha paghe non dignitose.
Sull’equo compenso infatti ancora una volta rimanda tutto ai tavoli presso il ministero della giustizia, che assomigliano più a sabbie mobili che a luoghi per decidere visto che – come ha giustamente ricordato la Segretaria Fnsi Alessandra Costante – la proposta elaborata da Ordine e Fnsi “giace da oltre un anno in un cassetto” proprio di via Arenula.
Interventista nei bavagli, temporeggiatrice nei diritti dei precari.
In merito al confronto sul lavoro degli inviati e dei giornalisti d’inchiesta all’estero, ovviamente, sempre aperti al dialogo ma è evidente che non potrà trasformarsi in un cavallo di Troia per un controllo governativo sull’informazione.
E, del resto, basta vedere l’insofferenza del governo nei confronti del giornalismo d’inchiesta in Italia per avere più di qualche legittimo sospetto.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21