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Il messaggio di libertà di Oliviero Toscani

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Tutti i colori del mondo. Oliviero Toscani li ha usati tutti, anche in senso metaforico. Un rivoluzionario come possono esserlo solo gli artisti veramente liberi e lui lo ha sostenuto per quasi 70 anni: essere free lance tutta la vita.

Certo, ha usato la sua arte soprattutto per la pubblicità. Ma davvero questa era una colpa? O lo può essere oggi in presenza di un personaggio instabile, psicopatico e straricco che vuole dominare il mondo, senza che ancora si veda una rivolta concreta, con i fatti, da parte di questa Europa forse ormai neanche più degna di questo nome?

Tutti i media del mondo stanno scrivendo di Toscani, la sua arte è stata riconosciuta ovunque, ma il tratto rivoluzionario e di libertà che ha portato prima di tutto in Italia è stata la scelta dei temi delle sue campagne fotografiche, ma anche dei suoi libri, delle riviste che ha diretto, delle donazioni che ha fatto.

La mia generazione è maturata in tema di diritti civili certamente con le manifestazioni e l’impegno dei sindacati, ma tantissimo grazie anche alle pubblicità scioccanti di Toscani. Lui per primo ha portato all’attenzione generale l’omofobia, l’odio razziale, la liberazione sessuale, le diseguaglianze ,perfino i delitti di mafia…difficile da accettare per quegli anni e anche per l’oggi, anzi di più, ora che nessun membro del governo celebra lo sterminio di Sant’Anna di Stazzema, che nel 1994 Toscani riportò all’attenzione dell’opinione  pubblica con la serie dei ritratti ai sopravvissuti, l’opera a cui era più affezionato.

Toscani ha cambiato il modo di fare comunicazione non solo per la fotografia, ma per tutti coloro che in qualche modo vogliono comunque comunicare. Era burbero, diretto e spesso remava contro corrente. Un grande, Un maestro al quale un paese civile renderebbe omaggio con mostre, ripubblicazioni e perfino una fiction. Si farà. Non la farà la Rai. La sua libertà l’ha dimostrata fino all’ultimo: aveva detto che forse avrebbe parlato con Marco Cappato per avere un a morte dignitosa a sua scelta, essendo purtroppo una persona condannata  a morire in un  modo atroce e doloroso. Invece lo ha fatto da uomo libero e come un normale cittadino in un  ospedale della terra che amava, quella dolce campagna fra Livorno e Pisa con il vento che viene dal mare e tanto verde, colore da lui fra i più amati.


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