BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

E ora non dimentichiamo le Cecilia iraniane

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Cecilia Sala è libera: gioia, esultanza, meraviglia. Ora, però, come sicuramente farà la stessa Cecilia, tornando a svolgere al meglio il suo lavoro, è ancora più importante non spegnere i riflettori sull’inferno di Evin e sulle tante Cecilia iraniane che vi sono rinchiuse, a rischio dell’incolumità e della vita. Personalmente, l’ho promesso a Samirà e Shabnam durante l’intervista di ieri e non intendo venir meno al mio proposito.

Come abbiamo detto e scritto, del resto, a proposito di Giulio Regeni e di tutti i Giulio egiziani, come abbiamo detto e scritto in ogni circistanza: guai ad abbassare la guardia, a rinchiuderci nei nostri confini e a far finta di nulla di fronte all’orrore e alla sofferenza del mondo.
Cecilia è tornata e siamo orgogliosi del lavoro diplomatico che è stato portato avanti dalla Farnesina e dall’intelligence. Come cronista e cronisti, non abbiamo osservato alcun silenzio stampa, se non sulle trattative, ovviamente riservate, continuando al contrario a informare lettrici e lettori e a tenere alta l’attenzione su un caso che ci stava a cuore per principio, persino al di là della vita di una giovane collega che finalmente è tornata fra noi. Ora continueremo, incessantemente, a parlare, a scrivere e ad accendere i riflettori su tutti gli inferni del mondo, affinché i diritti umani siano rispettati ovunque. E non parliamo da utopisti, per quanto non ci sia niente di male a esserlo, ma da persone consapevoli del proprio ruolo nella società.
Bentornata Cecilia!

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