BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Due vite, un unico destino. “Emilia Peréz”

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 di Jacques Audiard, Usa, Mex, Bel, Fra, 2024. Con Zoe Saldana, Karla Sofia Gascon, Selena Gomez, Adrian Paz

A metà strada tra melodramma, musical e noir, con echi cronenberghiani (“A history of violence”) e vaghi riferimenti ad Almodovar e Peckinpah, il francese Audiard ci regala un’opera dove la ricerca dell’identità si muove tra corpi in mutazione transgender e analisi interiori che scavano dentro difficili realtà sociali e umane. Lo spietato narcotrafficante diventa una donna, l’avvocata idealista si ritrova immersa in compromessi con la malavita perchè la professione lo richiede. Entrambe si troveranno a fare i conti con un destino già scritto, proprio perchè è difficile sfuggire ad una condizione inevitabilmente assegnataci. La complessità delle vicende umane e i relativi intrecci inesplicabili dominano la scena. Il tutto attraversato da momenti di sublime trance emotiva (in cui le parole in musica, anche di Brassens, la fanno da padrone) alternati ad altri di incertezza narrativa, in cui le ambiguità dei protagonisti sembrano riversarsi sul racconto stesso. Le atmosfere cangianti, fisiche e umorali, capaci di immergerci dentro sentimenti immanenti e ragioni che sfuggono, sono il vero protagonista del film. La tensione, tutta hitchcockiana, fa scivolare il film verso un noir dell’anima, con il tema del doppio ad inquietarci nella sua essenza di mistero ed insieme di naturale “schizofrenia” comune a tutti noi (“quanto un corpo che cambia incide sulla psiche di chi a quel corpo apparteneva?”, si chiede il chirurgo che si appresta ad operare il/la protagonista). Imperfetto, sublime, incoerente e dirompente, carico di sguardi che ne fanno cinema puro, il film del regista francese, ad oggi il suo migliore, insieme a “Sulle mie labbra”, 2001, si segnala come una delle proposte più innovative degli ultimi 10 anni.

 


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