80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

1000 operai morti basteranno per svegliare le coscienze?

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I dati Inail degli infortuni sul lavoro fino al 30 novembre sono drammatici: 1000 morti (+3,3% rispetto allo stesso periodo del 2023), anche in relazione agli occupati l’aumento è del 2,0% rispetto al 2023: significa che con l’occupazione aumentano gli omicidi e i feriti sul lavoro. Non c’è da vantarsene anzi c’è da vergognarsene. L’albero si vede dai frutti. I numeri dimostrano l’inefficienza e l’inutilità dei provvedimenti di questi ultimi due anni, se non la latitanza istituzionale. Gli infortuni nei primi 11 mesi del 2024 sono stati in aumento (543.039) dell’8,1% rispetto a gennaio-novembre 2021 e del 10,3% rispetto a gennaio-novembre 2020. Soprattutto nelle costruzioni, a dimostrazione dell’inutilità della tanto decantata patente a punti. Se l’aumento colpisce più le donne (+1,0%), i lavoratori extracomunitari (+4,8%), e i lavoratori tra 60 e ben 74 anni (+5,2%), vuol dire che l’economia si fa forte sulla pelle dei più deboli.
Le malattie professionali nei primi 11 mesi del 2024 sono state +21,7%rispetto allo stesso periodo del 2023; + 46,5% rispetto al 2022, + 60,8% sul 2021, e addirittura + del 99,6% sul 2020 e del 44,4% sul 2019. Altro dato significativo è l’aumento delle stragi: 34 morti in 11 mesi pesano sulla coscienza di tutti! Mentre Sagunto è assediata, parlano del sesso degli angeli. Se il lavoro uccide, ferisce e fa ammalare, se il lavoro è malato, lo è anche la democrazia. Per la cura ci vuole coraggio.

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