“Sarebbe bello se le scuole senza nome, soprattutto gli asili nido e le scuole d’infanzia, venissero dedicate ad Angelica.” Queste sono le parole di Nadia Rizzello, zia della piccola Angelica Pirtoli, la più giovane vittima della mafia in Italia. Quest’anno, Angelica avrebbe festeggiato il suo 35esimo compleanno, se non fosse stata barbaramente uccisa a soli 2 anni e mezzo, insieme alla madre Paola Rizzello, di 28 anni, dalla mano nera della Sacra Corona Unita.
Il duplice omicidio avvenne nel marzo del 1991 a Parabita, un paesino del Basso Salento. Fu orchestrato da un clan locale perché Paola era considerata una testimone scomoda. La eliminarono per impedirle di testimoniare contro di loro.
La piccola Angelica fu vittima di una ferocia difficile da riportare senza gelare il lettore. Basta quindi dire che, dopo essere stata colpita dal proiettile che uccise la madre, venne brutalmente assassinata senza alcuna pietà. Le strapparono la vita, l’infanzia, l’innocenza e il futuro, gettando la sua famiglia in un silenzio profondissimo.
Il corpo della madre venne ritrovato nel 1997, mentre quello di Angelica fu recuperato solo nel 1999, grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia che testimoniarono sulla dinamica del delitto. Le indagini portarono alla condanna di vari membri del clan, tra cui Biagio Toma, uno degli esecutori materiali del delitto, che fu condannato all’ergastolo nel 2017.
Un’associazione per Angelica perché diventi simbolo di una legalità che tutela l’innocenza
Proprio nel giorno in cui Angelica avrebbe compiuto 35 anni, è stata presentata l’associazione nata in sua memoria: “Angelica Pirtoli – Semi di Giustizia e Rinascita”. Alla presentazione dell’associazione, avvenuta a Casarano, città di residenza della bambina, erano presenti il fratello Alessandro, molti volontari e alcuni magistrati che hanno contribuito a portare giustizia ai responsabili dell’omicidio. L’evento è stato aperto simbolicamente da trenta bambini indossanti la maglietta “Io sono Angelica”, a testimonianza della volontà di non dimenticare e di continuare a lottare per i valori di giustizia e legalità. Nelle loro mani, delle bandierine rosse, segno di una spensieratezza strappata troppo presto alla piccola Angelica.
“L’associazione intitolata ad Angelica nasce da un’esperienza di dolore profondo, ma anche da un forte desiderio di riscatto e di memoria.” Nadia Rizzello, zia di Angelica e presidente dell’associazione, ha condiviso il lungo cammino che l’ha portata a superare i silenzi e il dolore di una tragedia mai superata: l’omicidio di sua nipote Angelica e della sua amica Paola. Inizialmente, trent’anni fa, era difficile affrontare temi così complessi, ma la lettura di un post di Danilo Lupo, giornalista, ha rappresentato per Nadia una spinta a parlare, a unire le forze con altre persone, come l’avvocata Libera Micaela Francioso, per mantenere viva la memoria di Angelica.
L’associazione, che si propone come un punto di riferimento per chiunque voglia confrontarsi su temi di legalità e memoria, si distingue per il suo impegno particolare verso i bambini, che rappresentano la bellezza e la purezza che sono state tragicamente negate ad Angelica. Il suo obiettivo principale è combattere la cultura mafiosa, portando il suo messaggio nelle scuole, nelle piazze e nelle case. Inoltre, l’associazione ha in programma diverse iniziative, tra cui la creazione di un albo illustrato che racconti la storia di Angelica e una campagna per intitolare scuole, in particolare quelle dell’infanzia, a sua memoria.
Il primo atto dell’associazione è stato quello di conferire le tessere onorarie ai giudici Roberto Tanisi, in qualità di presidente, e Maria Francesca Mariano, in qualità di relatrice della Corte d’Assise d’Appello e attualmente sotto scorta per le continue minacce ricevute dai clan.
Nel nome di Angelica, nel tempo del dolore eterno
Sono numerosi i giornalisti, i professionisti e le personalità che hanno deciso di abbracciare questa nuova realtà associativa. Un impegno costante, costruttivo e di ampia levatura morale, anche promosso da Tiziana Colluto, una giornalista attivista che in tutti questi anni ha operato insieme a molti altri attori al fine di accendere la memoria su eventi tragici che possono essere convertiti in semi di legalità da piantare nelle scuole, nelle case e nei cuori.
In un’intervista al Nuovo Quotidiano di Puglia, alla domanda “C’è spazio per il perdono?”, Nadia, zia della piccola Angelica, risponde: “È ancora il tempo del grande dolore. Le ferite sono tutte aperte e temo che neppure il tempo potrà davvero rimarginarle.”
Angelica, simbolo di innocenza spezzata, continua a vivere nel cuore di chi lotta per un futuro libero dalla violenza e dalla paura. La sua memoria, custodita e condivisa attraverso l’associazione che porta il suo nome, è un faro che illumina la strada della giustizia e della legalità. Ogni iniziativa, ogni gesto in suo onore, è un atto di resistenza. Per Angelica, per Paola, per tutte le vittime innocenti uccise dalla criminalità e dall’indifferenza.