“La democrazia muore nell’oscurità”: è il motto del Washington Post, il quotidiano che, a suo tempo, contribuì in maniera decisiva a salvaguardare la democrazia americana dalla deriva targata Nixon, rivelando prima i Pentagon Papers, relativi alla Guerra del Vietnam, e poi lo scandalo Watergate, ossia lo spionaggio repubblicano ai danni del quartier generale democratico situato in un albergo della Capitale.
Partendo da qui, il presidente dell’ANM, Giuseppe Santalucia, fa con noi il punto su incomprensioni, censure, bavagli e rapporti non certo idilliaci, per usare un eufemismo, fra la magistratura e il governo. Si avverte, denuncia Santalucia, un clima in cui la repressione prevale sul confronto, all’insegna di misure drastiche verso i poveri cristi e grande indulgenza per quanto concerne evasori e colletti bianchi. Così, tuttavia, viene meno l’articolo 3 della Costituzione, oltre alla fiducia della cittadinanza all’indirizzo di magistratura e politica, ossia dei tre poteri dello Stato che determinano il nostro stare insieme.
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