Dopo due anni di indagini nei confronti di un’organizzazione neonazista e suprematista denominata “Werwolf Division”, il riferimento ai “lupi mannari” di Himmler, il capo delle SS, non è casuale, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e della Polizia di Stato, dirette delle Procure della Repubblica di Bologna e Napoli, è scattata un’operazione su tutto il territorio nazionale con 25 perquisizioni: Bologna, Bari, Brindisi, Lecce, Milano, Monza, Modena, Palermo, Pesaro, Urbino, Pescara, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli e Vicenza, 12 gli arrestati tra i 19 e i 76 anni. Una vera e propria cellula organizzata con al vertice alcuni bolognesi, già in fase operativa e in grado, secondo gli investigatori, di organizzare attentati con le tecniche usate da gruppi jihadisti. I neonazisti erano pronti ad agire con attentati alle istituzioni, tra queste il Parlamento, nel loro mirino alte cariche dello Stato come la premier Giorgia Meloni. In un volantino sta scritto: “Nulla sarà compiuto finché i germi del regime liberale non saranno sradicati all’ultima radice. Per questo bisogna distruggere la sua organizzazione politica, abbattere i suoi idoli e i suoi dogmi, eliminare i suoi padroni noti e quelli occulti, mostrare al popolo come è stato tradito, sfruttato e insozzato.” Sempre secondo gli inquirenti l’associazione neonazista era attiva anche in rete attraverso la piattaforma Telegram con lo scopo di reclutare nuovi camerati. Il loro obiettivo era quello di “instaurare uno Stato etico e autoritario incentrato sulla razza ariana”. Durante le perquisizioni sono state rinvenute armi oltre a libri e simboli inneggiati al nazismo e al fascismo e materiale sulla negazione della Shoah.