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Il senso di Valditara per le denunce contro la libertà di espressione

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C’erano una volta i giornalisti. E ci sono ancora. Ma da cani da guardia del potere sono diventati bersagli in Italia, puntini da infilzare con azioni legali. Nulla sembra poter fungere da deterrente contro questa prassi disastrosa per la democrazia e l’informazione. Le ultime settimane sono state una penosa conferma di quanto il vero potere in questo paese sia contro l’informazione libera e, per molti aspetti, resistente. Questa mattina nel corso della consueta riunione di Articolo 21 il giornalista  e scrittore Giulio Cavalli ha descritto nei dettagli l’effetto che ha avuto sulla sua vita e sul suo lavoro la citazione in un giudizio civile pervenutagli dai legali del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

” E’ complicato lavorare così, inseguito dagli avvocati di questo o quel politico. Un uomo politico è consapevole dello sbilanciamento di potere che c’è tra un giornalista e un ministro e il risultato può arrivare all’autocensura”, ha detto.

Delle due l’una: o i politici, i ministri, i sottosegretari, i parlamentari italiani non leggono i report europei che parlano di un record di azioni legali infondate contro la stampa e gli attivisti, oppure li leggono e, semplicemente, non se ne curano. In barba al “ce lo chiede l’Europa” invocato altrove e altrimenti per giustificare scelte quantomeno discutibili. Cavalli non è solo. Anzi è in grande compagnia. Per restare al solo Ministro Valditara, in questi giorni ha usato lo stesso metodo con lo scrittore Nicola Lagioia, querelato anche lui perché si è permesso di evidenziare l’italiano claudicante di un comunicato del Ministro medesimo.
(Nella foto Giulio Cavalli)


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