Ieri un’esplosione spaventosa nella raffineria Eni a Calenzano, in provincia di Firenze, udita a km di distanza, ha ucciso 5 operai.
Stamani un operaio è stato travolto e ucciso da un tir sull’A1 mentre faceva manutenzione, a Cassino.
L’operaio è morto sul colpo.
Ogni giorno tre, quattro, cinque, a volte anche di più lavoratori, non fanno mai più ritorno a casa, perché sono morti sul lavoro.
È un bollettino di guerra sul lavoro quotidiano.
Non cambierà mai nulla, se non si farà qualcosa di concreto per fermare questa mattanza quotidiana.
Queste tragedie non fanno solo morti, distruggono famiglie, e rendono tanti giovani orfani e soli.
E lo ripeto, nuovamente, fino allo spasimo, con un appello rivolto ai mezzi d’informazione: la si smetta una volta per tutte di chiamare queste morti, con il termine assurdo ed ipocrita “morti bianche”.
Queste morti non hanno proprio nulla di bianco!
So che molti media non usano più questo termine assurdo e li ringrazio, ma ci sono ancora, tanti, troppi che lo usano.
Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Firenze