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Brescia: professore picchiato dai camerati

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“Non svegliare il can che dorme” dice un vecchio proverbio, ma quello nero, fascista, non ha mai dormito, era semplicemente assopito in attesa dell’arrivo degli eredi del Movimento Sociale alla presidenza del Consiglio. Quello che non riuscì ad Almirante con il Governo Tambroni, nato con i voti dei missini e che, grazie alle proteste dei portuali di Genova che impedirono il congresso del MSI nella città Medaglia d’oro al valor militare a costo della vita, Tambroni, considerato filo fascista, fu costretto a dimettersi, era il 1960.

Sessantadue anni dopo – grazie a Berlusconi che li aveva,  durante il suo trentennio, sdoganati – gli eredi degli eredi con Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia, sfiorando il 30% dei consensi, sono legittimamente al Governo, il partito della fiamma tricolore che ha portato il camerata La Russa – come lo ha chiamato Renzi –  alla presidenza del Senato, e che è entrato nel dibattito se confermare o meno la fiamma nel simbolo di Fratelli d’Italia a piè pari: “Finché sarò in vita la fiamma rimarrà”.

Nel frattempo i gruppi estremisti di destra, oltre ad invadere l’Europa e con Trump e Musk anche gli Stati Uniti, marciano, senza vergogna, al passo dell’oca in lungo e in largo la penisola: da CasaPound alla Rete dei Patrioti, a Forza Nuova e tanti altri. Marciano nelle città colpite dalle stragi neofasciste, come è avvenuto recentemente a Bologna e qualche giorno fa a Brescia, due città che hanno visto morire rispettivamente 85 e 8 cittadini, complessivamente 320 feriti, a causa delle bombe messe da camerati appartenenti a organizzazione di estrema destra come Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Nuclei Armati Rivoluzionari ecc.

In questi giorni fervono i preparativi per il 7 gennaio ad Acca Larenzia in ricordo dei tre militanti del Fronte della gioventù che, durante gli anni di piombo, due furono uccisi per mano di estremisti di sinistra, il terzo durante gli scontri con le forze dell’ordine. Sul luogo dell’omicidio è apparsa una targa in ricordo di uno dei tre, Stefano Recchioni, non autorizzata, a firma: “I Camerati”, poi rimossa dopo le proteste di PD e ANPI di Roma.

Non finisce qui: torniamo a Brescia. Un professore trentaseienne è stato picchiato mentre camminava per strada da giovani studenti che gli avevano chiesto cosa pensasse del Duce e del regime fascista. Secondo il docente, che inizialmente aveva scambiato i giovani per suoi studenti, l’azione è stata premeditata perché “sapevano chi fossi e come mi chiamavo”, ha dichiarato alla polizia. Lo studente che lo ha picchiato alla risposta del prof. che ha citato che all’epoca di Mussolini c’erano le leggi razziali, non esisteva libertà di pensiero e se aiutavi un partigiano venivi fucilato, prima ha cominciato ad urlare che non era vero e poi lo ha colpito con cinque pugni in faccia. Ancora una volta tutto ciò sta accadendo nel totale silenzio di Fratelli d’Italia e della presidente Meloni.

Quando la telecamera ha inquadrato, alla Prima della Scala, la senatrice a vita Liliana Segre seduta, per dovere istituzionale, vicina al presidente del Senato La Russa in assenza del capo dello Stato Sergio Mattarella è stata una lezione di grande dignità.


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