Femminicidio è un termine simbolico, carico di un significato profondo ed allarmante,.
Un fenomeno che, accomuna paesi vicini e lontani di tutto il continente.
La terra ed il suo insieme, il globo, gli spazi territoriali ed i fiumi che la compongono, tra quest’ultimi, uno in particolare:
Il fiume Rio Grande, nello stato di Chihuahua, nella Ciudad Juárez, sita al confine tra Stati Uniti e Messico.
É da lì che parte la nostra marcia.
Ciudad Juárez è il punto di partenza, da dove si registrano all’inizio degli anni novanta fino al millennio, un numero elevato di uccisioni di donne, di sparizioni di donne, di stupri di donne e di atti disumani di violenza contro le donne.
Ciudad Juárez è un punto di partenza importante, dove un’artista ed il suo progetto chiamato “ ZAPATOS ROJOS” romperanno l’inaccettabile silenzio su un fenomeno sociale tanto grave: la morte ingiustificata di vite di donne, dapprima abusate, maltrattate e poi uccise da un’inaudita violenza.
Il progetto con iniziatrice una donna messicana dal nome Elina Chauvet,
“prende vita e forma nel 2009, arrivando in Italia nel 2012, grazie al supporto ed alla volontà di una curatrice d’arte strepitosa, Francesca Cuerisoli.
Partito da lontano “ Zapatos Rojos” è giunto fino in Europa ed ha riscontrato una divulgazione senza eguali.
Eppure, le storie raccontate hanno sempre avuto un suono familiare, un suono stridente promulgatore di realtà tanto allarmanti.
La violenza sulle donne, dunque, un male tanto comune quanto difficile da contrastare.
Il progetto è diventato oggi un simbolo mondiale di denuncia della violenza contro le donne. Una dovuta testimonianza contro un raccapricciante fenomeno socio – culturale.
Trentatré paia di scarpe rosse femminili al centro della scena.
Una marcia silenziosa dal valore inestimabile per lanciare un messaggio forte di denuncia sociale.
Le donne al centro di tale quaestio.
Le donne e l’inimmaginabile violenza inaudita, ma il contesto urbano è ancora omertoso e sottacente.