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X, il più grande conflitto d’interessi della storia

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Altro che Berlusconi e le sue televisioni! Altro che il conflitto d’interessi di cui ci siamo occupati, spesso quasi da soli, per un trentennio! Quello di Elon Musk, factotum trumpiano, presidente ombra degli Stati Uniti, Richelieu della Casa Bianca in campo diplomatico e potenza economica senza pari e con possibilità di accrescimento pressoché illimitate, costituisce un conflitto d’interessi di livello globale mai visto nella storia dell’umanità. Come abbiamo già scritto autorevolmente da queste parti, la situazione è inquietante. Bisogna preoccuparsi, infatti, per la stabilità mondiale, dato che gli interessi di un singolo personaggio, per quanto geniale, non possono mai coincidere con quelli di centinaia di milioni di persone, se non svariati miliardi, visto il ruolo che tuttora gli Stati Uniti esercitano nel contesto globale.
E allora non basta uscire da X come singoli o come associazione. È imprescindibile lanciare un allarme democratico e coinvolgere nella battaglia per la democrazia e la Costituzione tutte e tutti coloro che hanno ancora a cuore la sovranità popolare e i principî cardine del nostro stare insieme. Non solo: è indispensabile anche sfidare a viso aperto i sedicenti “patrioti”, chiedendo loro se il patriottismo si debba arrestare o meno meno cospetto di un deus ex machina con mire egemoniche smodate, pure per quanto riguarda il nostro Paese, e se la difesa dei sacri confini della Nazione valga sempre o solo quando si tratta di  mostrare i muscoli agli ultimi della Terra.
Tacere, mai come ora, significa essere acquiescenti. Non lo siamo stati di fronte ad alcun potere mediatico dell’era analogica, non lo saremo nei confronti dei signori dell’era digitale. È in gioco, difatti, l’esistenza stessa della collettività: sudditi o cittadini, questa è la sfida. E a chi ci vorrebbe sudditi, che stia a Palazzo Chigi, alla Casa Bianca o in qualunque altro luogo del potere (coscienti del fatto che si tratti comunque di un potere politico, anche quando non lo è ufficialmente), opponiamo il nostro fermo rifiuto. Continueremo a essere cittadini, in nome di una sovranità popolare intesa come indipendenza italiana ed europea.
“Padroni a casa nostra” è uno slogan orribile ma per una volta può tornare utile, specie se si tratta di affrontare coloro che se ne riempiono la bocca davanti ai migranti che arrivano col barcone, salvo poi inneggiare estasiati all’uomo che vorrebbe avere il mondo intero ai suoi piedi.
Se pur tutti, caro Musk, sappi che noi no. E non saremo in pochi.

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