Venerdì 15 Novembre alle ore 18:00 presso la sede di Articolo 21 Latina – in Via Cattaneo 5, nell’ambito della rassegna “LeggiAmo la Città” verrà presentato il libro di Stefania Krilič.
“Se chiudo gli occhi ti vedo ancora” racchiude dieci ritratti femminili, dieci racconti, illustrati, narrati con efficaci pennellate di parole colme di emozioni, di sogni, di utopia. Nelle pagine del libro vi è lo scorrere di un dialogo interiore, un flusso di coscienza in cui l’autrice, Stefania Krilič, intreccia, con delicatezza e sensibilità, la loro storia con il suo ruolo, la sua realtà di assistente sociale.
La Krilič, con semplicità, riesce a trasportare la lettrice/re nel suo mondo lavorativo fatto di responsabilità, decisioni, ansie personali, calore umano e regole burocratiche con cui si è misurata nella sua lunga carriera.
Sono storie che rievocano la reciproca, difficile, indispensabile necessità di aprirsi alla fiducia l’uno dell’altro e, a volte, questo “miracolo” avviene con fiotti di parole come nella storia di “Dolores”; a volte con un gesto forte, eclatante, ciononostante intimo, silenzioso, nascosto come nel racconto “Giulia” dove il vero, forte linguaggio con cui si dialoga, nel profondo dell’animo, è l’amore, il nutrimento per i figli.
In una dolorosa filigrana, senza compiacimento, emerge il variegato inferno di un’umanità perduta e lo stigma, l’emblema di tanto dolore e violenza si concretizza in un’innocente, raggelante frase pronunciata da una ignara bimbetta: “Papà ha buttato il bambino lì”. Ed il papà era “anche” il nonno del bimbo buttato lì.
Arricchiscono e colorano il libro i ritratti realizzati da Simonetta Marini, disegni che rendono idealmente familiari, “visibili” le varie protagoniste dei racconti.
Dieci storie, racchiuse in dieci nomi di donne che sono state più forti delle violenze degli abusi, donne che, grazie ad un incontro con la sensibilità di una donna delle istituzioni, sono riuscite a trovare una stella polare dentro di loro che le hanno riportate ad essere “persone”, esseri umani con il diritto di essere libere di conoscere e reclamare il diritto al rispetto.
“Come è possibile – scrive l’autrice nel racconto “Margherita” – che viviamo accanto a tragedie, a vite recluse, a soprusi, inganni e sub- culture arcaiche, e omertà e indifferenza e dolore e non le vediamo, non le percepiamo?”
“Se chiudo gli occhi ti vedo ancora” è un libro che lascia una fortissima impronta di positività, di fiducia sul cuore sembrano le parole e l’abbraccio di un’amica, forse, di una sorella elettiva o di una “saggia Gagè” che ti sussurra: “puoi farcela anche tu”.
Quando ho terminato la lettura mi sono chiesta quale tra le storie narrate mi sarei portata con me, quale nel tempo avrebbe continuato ad abitarmi? La risposta immediata: “Maria Rita e Valeria”. Un racconto corale, dove la sorellanza è più forte dell’ingiustizia, dell’abbandono, dei sensi di colpa. È una storia di pacificazione, d’amore, di luminosa volontà di perdono perché “le scelte spesso sono concatenazioni di eventi che ti portano sempre più lontano in mondi paralleli da cui non riesci più a trovare vie d’uscite. E perdi la casa degli affetti, le relazioni di significato…”
(articolo pubblicato su ED Essere Donna)