Alla morte del Papa, il Cardinale Decano Thomas Lawrence deve dirigere l’organizzazione del conclave che eleggerà il suo successore. Ma segreti inconfessabili potrebbero portare al soglio di Pietro una persona indegna di un così alto incarico: il pastore di un miliardo e quattrocento milioni di anime. Ed ecco che un segreto inconfessabile potrebbe minacciare le fondamenta della stessa Chiesa di Roma.
“Il Papa è morto. Il trono e vacante”. Il film ‘Conclave’, in concorso alla XIX Festa del Cinema di Roma, appena conclusasi, nella sezione Gran Public, è un thriller fantapolitico del pluripremiato regista austriaco Edward Berger (quattro Oscar nel suo palmarès con il film “Niente di nuovo sul fronte occidentale”) basato sul romanzo omonimo dello scrittore inglese Robert Harris del 2016.
Un mondo impenetrabile, chiuso (con la chiave: cum clave), quello del conclave, il più importante evento storico della chiesa cattolica: l’elezione del Papa. E Berger vi entra scardinando la corazza impenetrabile che accompagna ogni nuova elezione. Lo fa esasperandone la liturgia, quasi che si fosse all’interno di una società segreta, in cui a regnare è il mistero, con i suoi giochi di potere in cui i contendenti più papabili al soglio di Pietro hanno segreti inconfessabili. Al decano del collegio cardinalizio, il cardinale Thomas Lawrence (Ralph Fiennes), il compito di condurre i lavori. Ma cosa fare se si diffondono dicerie sulle qualità dei più papabili candidati ad assolvere ad un così alto Ufficio? Intervenire, disvelando al collegio cardinalizio i peccati, magari per colpe appartenenti ad un passato remoto, o tacere, per un bene superiore, lasciando che l’elezione abbia il suo corso? Tra l’altro, le maldicenze potrebbero essere state anche create ad arte per favorire taluno a danno di altri.
Al cardinale decano, dunque, il difficile compito di fare da timoniere tra le rivalità cardinalizie per arrivare alla designazione di una persona degna del soglio di Pietro: l’essere il pastore di un miliardo e quattrocento milioni di cattolici sparsi nel mondo. Il Cardinale Lawrence si ritroverà ben presto prigioniero di trame occulte e giochi di potere sotterranei dai quali riuscirà ad uscire con l’aiuto, forse, della Divina provvidenza. I cardinali dati per favoriti sono quattro: Bellini (Stanley Tucci), Tedesco (Sergio Castellitto), Adeyemi (Lucian Msamati), Tremblay (John Lithgow).
Impeccabile la regia, la quale non lascia alcuno spazio alla spiritualità. E i primi fotogrammi stanno lì a testimoniarlo: l’anello papale sfilato dal corpo ancora caldo del Santo Padre, il quale viene rinchiuso in un semplice sacco di plastica, è illuminante.
Un film straordinario, dunque, come lo sono gli interpreti, a cominciare dal protagonista, un ruolo che potrebbe portare a Ralph Fiennes il sospirato Oscar.
Un’opera solida, ben costruita, scritta dallo stesso Berger e da Peter Straughan (Il cardellino). Bellissima la fotografia, affidata a Stéphane Fontaine, che ha esaltato la bellezza della Reggia di Caserta e le scenografie di Suzie Davies, la quale ha riprodotto magnificamente gli interni della Cappella Sistina. Di grande impatto anche le musiche, del compositore Volker Berterlmann, a sottolineare la tensione palpabile che accompagna lo spettatore per tutta la durata del film (129’).
Un plauso, infine, alla bravissima Isabella Rossellini, nel ruolo di una suora che gestisce alcuni segreti inconfessabili.
Il film sarà nelle sale italiane dal prossimo 19 dicembre.