Proteggiamo il diritto di protesta, contro il ddl sicurezza

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Proteggiamo tutti insieme il diritto a protestare contro i soprusi, per i diritti dei lavoratori, contro l’inquinamento. Il ddl sicurezza punta a punire severamente le proteste civili in Italia. Amnesty ha avviato una campagna che condividiamo.

Di seguito il testo dell’appello:
“Il governo Meloni sta smontando pezzo dopo pezzo il diritto di protesta pacifica in Italia.

Il primo passo è stato il cosiddetto “decreto legge Rave party”, poi convertito in legge a fine dicembre 2022, che irrigidisce le regole sui raduni.

Il 22 gennaio 2024 è entrata in vigore la Legge n.6, anche nota come Legge contro gli eco-vandali, che aggiunge ulteriori sanzioni amministrative per punire l’attivismo che sceglie i beni culturali o paesaggistici come obiettivo dei propri atti di protesta pacifica. Anche i “fogli di via” vengono usati in maniera intimidatoria per reprimere persone attiviste per la giustizia climatica, sindacaliste, lavoratrici o che hanno semplicemente espresso il proprio dissenso.

Nei prossimi giorni il Senato sarà chiamato a discutere il disegno di legge Sicurezza, già approvato alla Camera. Il provvedimento prevede misure allarmanti come, ad esempio, l’estensione del Daspo per chi non ha ancora una condanna definitiva, pene per chi fa resistenza passiva in prigione, carcere per chi blocca una strada col proprio corpo e altre misure punitive del dissenso pacifico.

L’Ufficio Osce per le istituzioni democratiche e i diritti umani (Osce-Odihr) ha commentato esplicitamente che “il disegno di legge presenta diverse lacune che potrebbero ostacolare l’esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali, tra cui il divieto di maltrattamento e i diritti alla libertà e alla sicurezza delle persone, le libertà di riunione pacifica, di espressione e di movimento, nonché i diritti a un processo equo e al rispetto della vita privata e familiare”.

L’inasprimento delle leggi arriva in un contesto in cui sempre più spesso la forza è usata in modo eccessivo e ingiustificato per disperdere le proteste pacifiche e queste restrizioni sono state anticipate da una narrazione stigmatizzante e criminalizzante di media e politica. Ricordiamo che l’Italia resta uno degli ultimi stati dell’Unione europea a non aver ancora dotato di codici identificativi alfanumerici le forze di polizia impegnate in operazioni di ordine pubblico.

La protesta pacifica è un diritto fondamentale.

Fatti sentire
Qui il link per firmare la petizione  e la lettera-appello integrale
https://www.amnesty.it/appelli/proteggere-il-diritto-di-protesta-in-italia/


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