Presto per parlare di svolta? Chissà…

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‘In principio fu la Sardegna, con l’inattesa mattatrice Alessandra Todde…’. Potrebbe cominciare così la ricostruzione storica che speriamo di redigere e diffondere al più presto dopo esserci liberati della pesante cappa nera che ormai da oltre un anno avvolge la politica italiana. Sì, perché nonostante la battuta d’arresto della Liguria, più per demerito del centrosinistra che per merito degli avversari, le nette vittorie in Emilia Romagna e Umbria riaprono le porte alla speranza. Dobbiamo fare in modo di riprendere al più presto il cammino democratico di un Paese guidato dalla sua Carta Costituzionale antifascista invece che dalla tutela delle adunate fasciste e dalle manganellate sugli studenti, dal sostegno a tutte le guerre, dall’assenza totale dalle timide proposte per
costruire la Pace, dalla lotta senza quartiere contro la magistratura e la libera informazione. E il voto nelle due regioni dà anche un’altra conferma: l’inattendibilità di sondaggi ed exit poll. Per l’Emilia nessuno aveva pronosticato una vittoria di quelle proporzioni e in Umbria gli exit poll hanno continuato a parlare, fino a metà dello spoglio, di ‘testa a testa’ tra le due candidate alla presidenza. Sarà bene ricordarsene ogni volta che i sondaggi continueranno a dire che il vantaggio di FDI è incolmabile C’è poi la ricaduta, sicuramente molto positiva, che l’esito delle votazioni nelle tre regioni avrà sui delusi, sui rassegnati, sugli stanchi della ritualità del voto. Visto che è servito a fermare l’onda nera in quelle regioni, perché non ritornare pienamente protagonisti della rinascita politica del Paese? E il valore aggiunto può essere dato anche dal fatto che in due delle tre, Sardegna e Umbria, sono state spazzate via due maggioranze e governi di destra. È stato vinto un confronto diretto. Certo, ora, chiamati alla prova, i nuovi governanti dovranno dimostrare capacità, lungimiranza, disponibilità all’incontro. Le nuove opposizioni metteranno in campo tutte le loro forze per ostacolare duramente questi propositi e in Sardegna la Todde e la sua maggioranza devono fronteggiare avversari riuniti in un’alleanza molto più vasta della sola minoranza consiliare. È possibile che il modello scelto per attaccare chi ha vinto le elezioni sarde venga esportato. A questa giunta addossano responsabilità tutte attribuibili all’esecutivo precedente. Ma senza strumenti di controinformazione la propaganda non viene contrastata e in Sardegna si continua ad assistere a questo tipo di spettacolo. Sarà così anche in Umbria? Io spero proprio
di no. Il cammino avviato dalla vittoria in Sardegna dalle forze democratiche unite, ha avuto conferma in Emilia e Umbria. Ora bisognerà dimostrare che quel cammino vale per tutta l’Italia.


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