BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Non violenza e rispetto cancellati dal libero mercato

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Se non siamo più in grado di proporre modelli culturali e sociali positivi e facciamo a gara a raccontare il maggior numero possibile di atti scellerati, violenti, egoistici, di che ci lamentiamo? E’ questa la società che, con l’individualismo sempre più accentuato e incontrollato abbiamo costruito e continuiamo a costruire, produce questi risultati. Cosa vogliamo che produca la competizione, insegnata in gran parte delle nostre famiglie, solo per puntare alla vittoria e non per preparare anche alla sconfitta?

E quando un ministro, mentendo spudoratamente davanti ai parenti della povera Giulia Cecchettin, dichiara che la violenza contro le donne è aumentata per colpa dell’immigrazione, cosa potremo aspettarci da un governo formato da personaggi come questo? Slogan, solo slogan, mentre tutto proseguirà sull’onda del miraggio del successo personale, come unica possibile affermazione di sé, come ci è stato insegnato dal berlusconismo in poi, celebrato e osannato nelle trasmissioni televisive.

Tutto, non dimentichiamolo, dipende da una concezione economica che non trova alcun contrasto, fondata su un neoliberismo senza freni, che, con il mercato unico padrone, determina di conseguenza guerre, dai piccoli ai grandi, per affermare soltanto se stessi. Solidarietà? Sembra ormai l’equivalente di carità, non quindi su un rapporto paritario in nome dell’umanità, ma di chi ha di più a favore di chi ha di meno (ma ci fosse almeno questa!).

Se traduciamo questi schemi nella concezione machista della vita saremo in grado di capire perché un numero sempre crescente di donne – soprattutto di quelle che maturano una piena coscienza di sé, della propria personalità. della propria libertà, dei propri diritti inalienabili – viene colpito da uomini che innanzi tutto non sono stati educati al rispetto, alla tolleranza, alla convivenza pacifica, alla parità.

Così, in questa giornata così importante e particolare, oltre che gli appelli, bisognerebbe mettere in campo progetti veri di intervento nella società, nelle scuole, nelle famiglie, nei media per una narrazione di vita diversa da questa folle descrizione quotidiana di una continua lotta per la sopravvivenza, con donne giovani e meno giovani, belle e intelligenti, coraggiose e determinate nell’affermare la propria autonomia che soccombono senza trovare aiuto. Bastano le segnalazioni preventive ai centri d’ascolto? Se si fanno quando è troppo tardi, il rischio aumenta paurosamente. E per i violenti non bastano i provvedimenti di allontanamento. Bisognerebbe piuttosto obbligarli a frequentare centri di rieducazione, soprattutto psicologica.

E poi la scala dei valori. Aggressività, aspirazione al successo a qualunque costo, sopraffazione dell’avversario cosa producono? I risultati si leggono, si vedono e si sentono nelle quotidiane pagine di cronaca nera. Mentre non ci viene assolutamente mai raccontato che l’umanità è finora sopravvissuta, a volte migliorando se stessa, solo con altri valori, quelli giudicati di antiquariato da chi ha conquistato il potere o la ricchezza. Parlo di rispetto, dolcezza, gentilezza, disponibilità, solidarietà. Perché non facciamo un sondaggio e stiliamo una classifica su quanto spazio questi valori fondamentali per l’umanità occupano nelle narrazioni di giornalisti, scrittori, opinion makers?


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