Netanyahu e Gallant: la scomunica civile

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Voler distruggere un popolo è un crimine. Quello che è stato riconosciuto a carico di Netanyahu e Gallant dalla Corte Penale Internazionale (CPI). Che ha emesso la stessa sentenza nei confronti dei capi di Hamas, colpevoli del massacro di inermi civili israeliani consumato nell’attacco del 7 ottobre.
Netanyahu e Gallant non andranno in galera, né subiranno un arresto negli stati che aderiscono alla CPI. Ma c’è una pena molto più efficace delle manette che è immediata: la scomunica civile della vergogna.

La Corte ha definito questi due capi come disumani, ovvero privi del minimo rispetto a cui ci si deve attenere anche in uno scenario di guerra, perché nella loro rappresaglia ‘’hanno privato la popolazione civile di Gaza di oggetti indispensabili per la sopravvivenza, come cibo, acqua, medicinali,  forniture mediche, carburante ed elettricità’’. Israele denuncia l’antisemitismo del verdetto, ma così commette un altro scempio verso le vere vittime di questo spregevole pregiudizio, che in passato – e ancora oggi – ha provocato immani sofferenze alle persone di religione ebraica. Chi dice che la Corte Penale Internazionale non serve a niente, non conosce la forza dell’anatema: un uomo giudicato privo di umanità è maledetto dalla sua cieca violenza.

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