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Il sottosegretario Gemmato oltre il conflitto di interessi

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Ancora una volta una vergogna mai vista. Il sottosegretario alla Sanità, Marcello Gemmato, è socio con il 10% di una società barese proprietaria di tre cliniche private in città. Questa società fa una pubblicità offrendo servizi sanitari e accertamenti diagnostici “senza dover aspettare i tempi di attesa lunghi del sistema sanitario pubblico”.

Ma può una struttura privata che ha tra i soci un esponente di governo che ha proprio la responsabilità di migliorare il servizio sanitario pubblico fare una campagna del genere? Gemmato, oltre a trascorrere le vacanze con la presidente del consiglio, vuole tutelare la salute pubblica degli italiani o gli interessi privati di casa sua? Già ha preteso una legge che delega alle farmacie (è farmacista) una serie di attività mai concesse prima, e le altre chi le deve svolgere, la sanità privata?

Questa situazione è molto oltre il conflitto di interessi, è abuso di potere.

Una situazione intollerabile, per la quale tutte le opposizioni dovrebbero fare una durissima battaglia parlamentare. Mentre gran parte dei cittadini rinunciano alle cure o si indebitano per fare privatamente terapie, interventi e prevenzione che gli ospedali pubblici gli rinviano di mesi e anni, si sopporta una situazione come quella di Gemmato? Ma che Paese siamo diventati?

Basterebbe leggere “Codice rosso”, il formidabile libro di Milena Gabanelli e Stefania Ravizza per rendersi conto che questo governo persegue un lucido piano di privatizzazione progressiva della sanità pubblica. E di cui fra qualche anno scopriremo anche vari aspetti di illegalità.

Solidarietà totale, quindi, a medici e infermieri che hanno proclamato una giornata di sciopero contro la riduzione dei finanziamenti alla sanità pubblica, di cui non voglio dare i numeri, visto che li ha già dati con una figura penosa la presidente del consiglio in una scena che invece di farci ridere dovrebbe farci piangere.

Ovviamente nel salotto di Bruno Vespa.

 

 


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