Franco Ferrarotti, grande combattente per la democrazia. Molto sensibile alla tragedia di Ustica

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Ricordo con grande dolore e infinita riconoscenza Franco Ferrarotti , l’eminente studioso che ha portato in Italia le scienze sociologiche, il grande combattente per la democrazia e l’amico della Associazione dei Parenti delle Vittime della strage di Ustica nella ricerca della verità.

In questi tristi momenti risento una sua intervista nella quale afferma che la sociologia non si insegna dalla cattedra ma nelle strade.

Nei fatti era questo il suo modo di essere intellettuale: collegare lo studio, il sapere con l’impegno nel vivo della società. E questo “impegno” lo portò ad interessarsi della vicenda Ustica.

Nacque così il Comitato per la verità su Ustica, composto, oltre da lui, da Francesco Paolo Bonifacio, Antonio Giolitti, Pietro Ingrao, Adriano Ossicini, Stefano Rodotà, Pietro Scoppola , che fece pervenire una lettera al Presidente della Repubblica, per chiedere che “si rimuovessero tutti gli ostacoli, tutti i motivi, che impedivano alla verità di farsi luce”.

È partita così una lunga battaglia per la verità: il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga inviò al Governo Craxi la lettera del Comitato, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giuliano Amato, decise di stanziare i fondi per il recupero del relitto in fondo al mare, nel Mar Tirreno, nel Punto Condor, il punto più profondo del Tirreno.

La sera del 27 giugno 1980 il DC9 Itavia partito da Bologna per Palermo scompare dalla vista dei radar e si inabissa nel mar Tirreno in prossimità dell’Isola di Ustica, provocando la morte dei 77 passeggeri, tutti italiani, e dei 4 componenti dell’equipaggio.

Dopo pochi giorni questa tragedia esce dall’attenzione dell’opinione pubblica e dall’interesse delle Istituzioni, Governo, Parlamento e Magistratura. Tutto sopito dalla teoria del “cedimento strutturale”, sostenuta dagli apparati militari che descrivevano la tragedia accaduta in un cielo completamente vuoto e senza insidie, teoria che assopiva ogni ricerca: infatti dopo le prime iniziative della Procura di Palermo con la Magistratura romana (ancora il porto delle nebbie?)le indagini languiscono e perdono ogni mordente . Si può ben affermare che come il DC9 si era inabissato nel mare anche la verità si era inabissata.

E furono lunghi anni di silenzi, di disattenzione, di colpevole indifferenza, un muro di gomma contro cui Andrea Purgatori e pochi giornalisti ostinati hanno cercato di combattere.

Poi l’azione del Comitato e dell’Associazione ha riaperto la questione, l’opinione pubblica ha fatto sempre più sentire la sua voce e la Magistratura, soprattutto con la determinazione del Giudice Istruttore Rosario Priore, ha trovato rinnovato impegno per la ricerca della verità.

La vicenda Ustica è sempre rimasta viva nella riflessione del professor Ferrarotti e voglio ricordare la sua partecipazione al Convegno: “Il dolore e la politica. Le azioni delle associazioni e il ruolo delle Istituzioni”, organizzato dalla Camera dei Deputati sotto la presidenza dell’on Roberto Fico, presente all’incontro, moderato da Fiorenza Sarzanini, vicedirettore del Corriere della Sera, e con la partecipazione appunto di Franco Ferrarotti, di Luigi Manconi, Giovanni De Luna, Gabriella Turnaturi e del Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna.

In quell’ occasione ebbe ad affermare:

“Ustica è stato importante, Ustica è stato un mistero che ha gettato luce sui misteri italiani e non solo italiani. Con il caso Ustica non abbiamo un caso straordinario di fraternità ritrovata e di procedimento democratico riconquistato: non ci sono stati regali. il chiarimento di ciò che avvenuto quella notte tragica non è stato poi semplicemente un regalo delle circostanze: è stata una conquista soprattutto dell’Associazione dei Parenti delle Vittime, ed è stato la conquista sostenuta dall’insieme popolare, perché ogni perdita, ogni tragedia e in realtà ogni morte di un cittadino, è una perdita secca per tutta la popolazione. Credo che da questo punto di vista ricordare Ustica sia importante, non è soltanto lo stantio ricordo, la cerimonia. non si tratta di questo. Si tratta al contrario di sostanza: la democrazia, i valori della fraternità che sono insiti nel concetto di democrazia, la democrazia si afferma soltanto premendo dal basso, diventandone giorno dopo giorno consapevoli, non accettando la separazione tra istituzioni e cittadini. I cittadini sono alla base della legittimità delle istituzioni e le istituzioni devono obbedire, seguire, servire, riscoprire la vera sostanza del potere politico, del potere pubblico che è un potere di servizio non un appannaggio personale, tendente a a privatizzare il bene pubblico.”

E voglio ricordare anche il recente “Oltre le sabbie immobili”. Un lavoro che tratta, in apertura, dell’Italia dei misteri e cita “il caso esemplare di Ustica”. Poi, esprime puntuali valutazioni sulla democrazia sostanziale, sulla ricerca del potere politico “partecipato ed efficiente”, sullo Stato sociale italiano, sulle speranze perdute e in parte ritrovate, dal dopoguerra ad oggi. Insomma, una indagine non ideologica delle vicende nazionali, talvolta gravate purtroppo, dalle mistificazioni dei poteri occulti.

Una delle sue conclusioni è che oggi “gli ideali democratici in senso forte, sono in ribasso”, anche a causa del “deprimente esaurimento del pensiero politico”. Perciò occorre “tendere alla democrazia come sostanza e non come forma”.

Per cui al fine del controllo di legittimità del potere, diventa indispensabile “riaprire il discorso sulla democrazia come partecipazione popolare”, rifuggendo dalla “oscura ottusità della menzogna”. Dentro tale scenario, si colloca pure il disastro aereo di Ustica, evento – scrive Ferrarotti – “dai contorni mai nettamente precisati”. E’ stata una delle partite che in molti hanno giocato con carte truccate. Diversi bastoni fra le ruote sono opera degli apparati dello Stato e della burocrazia, un convitato di pietra quest’ultimo che, troppo spesso, frena i processi di ammodernamento sociale e culturale.

Questo grande intellettuale ho incontrato, a lui la mia gratitudine nella consapevolezza che il suo insegnamento sia sempre più attuale per la difesa della democrazia in questi tempi così travagliati.

Daria Bonfietti, Presidente Associazione Parenti vittime Strage di Ustica


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