Figuraccia continua in Albania: anche i 7 migranti appena arrivati sono stati riportati in Italia. La nuova sentenza

0 0

Il Tribunale di Roma ha sospeso il fermo dei 7 richiedenti asilo (tre egiziani e 4 bengalesi)che erano stati condotti nel centro di Gjader e rinviato alla Corte di Giustizia Europea per la decisione circa la definizione di Paese sicuro.  Intanto nella notte sono già rientrati a Brindisi sulla motovedetta della Guardia Costiera quale effetto della sospensione dei trattenimenti, come documentato in esclusiva dalla giornalista Angela Caponnetto per la Rai. Dunque si ripete un copione già visto, pochi giorni fa per il primo gruppo di migranti (12) portati dalla nave Libra in Albania, nel megacentro costruito appositamente e poi ricondotti in Italia a seguito della decisione del Tribunale di Roma. In attesa della pronuncia Ue va detto che la decisione del Tribunale di Roma non solo è in linea con il provvedimento assunto appena pochi giorni fa ma esso era anche inevitabile e lo si sapeva.  Ad ogni modo va specificato che questa volta la sezione immigrazione del Tribunale di Roma, di fronte al recente decreto sui Paesi sicuri, ha sospeso il giudizio sulla convalida del loro trattenimento rimettendo tutto alla Corte di giustizia europea. Pertanto l’aggiornamento della lista degli Stati di provenienza dei migranti ritenuti ‘sicuri’, elevata a norma primaria dopo la prima bocciatura dei giudici nel mese scorso, non ha affatto sortito gli effetti sperati dal governo, rimettendo in discussione il meccanismo dei rimpatri accelerati.
Come prevedibile, sono ricominciate le accuse velenose del Governo verso i giudici e relativo scontro istituzionale. Per il ministro Matteo Salvini quella dei giudici romani è “un’altra sentenza politica contro gli italiani e la loro sicurezza. Governo e Parlamento hanno il diritto di reagire per proteggere i cittadini, e lo faranno”.
Per l’Anm la nuova norma italiana è “incompatibile con il diritto dell’Unione europea” e nel dubbio è stato doveroso “sollevare un rinvio pregiudiziale”. Il Ministero dell’Interno ha già annunciato che si costituirà davanti alla Corte di giustizia europea per sostenere le proprie ragioni, ossia la legittimità di trattenere i richiedenti asilo egiziani e bengalesi nel centro in Albania, classificato come centro di frontiera. C’è infine lo step davanti alla Corte di Cassazione (udienza il 4 dicembre) per la decisione sul ricorso relativo alla possibilità dei giudici di agire autonomamente oppure di doversi attenere alla lista dei Paesi sicuri stilata dal governo.

Sullo sfondo ci sono le reazioni politiche. Per il Partito democratico il Governo ha fatto una figuraccia ed è ora dimostrato che “con le forzature e con i trucchetti per aggirare la legge non si va da nessuna parte. L’unico effetto è quello di condannare persone esauste, che arrivano in Europa per scappare da violenze e discriminazioni, a nuovi viaggi e trasferimenti estenuanti. Una scelta crudele e vergognosa che sta peraltro determinando danni enormi al bilancio dello Stato”. Enrico Borghi di Italia Viva ha chiesto che il ministro dell’Interbo vada in Parlamento a spiegare cosa sta succedendo e ha aggiunto che “abbiamo dei poliziotti che controllano il nulla in terra d’Albania mentre dovrebbero essere qui in Italia a controllare l’ordine pubblico davanti alle scuole e nelle strade”.
Sull’altro fronte il solito senatore Maurizio Gasparri ha definito “eversivi” i giudici che hanno firmato l’ultimo verdetto.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21