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Da Stay Behind a Stay Beyond

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Da “Stay-behind” a stay “beyond”, si potrebbe sintetizzare così la decadenza del nostro Paese, travolto dall’ennesimo maxi scandalo legato a quella particolare forma di abuso di potere che è l’utilizzo illegale di informazioni riservate contenute nelle “banche dati”, assaltate come un tempo si sarebbero assaltate le più tradizionali banche-soldi. Ma i nuovi soldi sono i dati e tutto torna.

Se “Stay-behind”, che ha avuto in Gladio la sua italica declinazione, evoca una armamentario clandestino finalizzato prima alla salvaguardia di un certo ordine internazionale e successivamente, per quanto riguarda l’Italia, alla salvaguardia di un certo sistema di potere funzionale a quell’ordine, un armamentario fatto anche di sistemateci “accessi” abusivi alle informazioni riservate con tutto il cascame di dossieraggi e depistaggi che ha segnato la vita della Prima Repubblica, “beyond” (il nome della piattaforma digitale al centro dell’ultima maxi inchiesta) evoca un armamentario clandestino finalizzato alla mercificazione di informazioni riservate funzionale alla accumulazione illecita di denaro e privilegi, a lotte di potere meschine, agite per avidità personale, per narcisismo amorale, in disprezzo della legge certo, ma anche della storia.

Niente di rivoluzionario e nemmeno di reazionario: nessuna idea di futuro, nessun destino perseguito a qualunque costo. Niente “fame” soltanto “voglia di qualcosa di buono”. Nessuna “milizia” soltanto mercenari venduti al miglior offerente. Se fosse così, queste continue “rapine in banca” non sarebbero meno gravi sul piano dei beni giuridici offesi a cominciare dalla libertà dell’individuo, che si manifesta nella inviolabilità costituzionalmente garantita della persona, del suo domicilio, delle sue comunicazioni, fatte salve le tassative deroghe previste dalla Legge, ma avrebbero un significato “minore”. Un significato legato alla progressiva sterilizzazione dell’etica pubblica che fonda la democrazia, un significato banalmente legato al trionfo del consumismo edonista che tutto compra e tutto vende.

A meno che.

A meno che dietro questa pioggia di inchieste sulle “rapine in banca (dati)”, dietro il conseguente crescente allarme da parte della politica, non si celi un disegno eversivo, questo sì, dell’ordine repubblicano, volto alla progressiva privatizzazione dell’intera “infosfera” italiana, come scelta obbligata dalla inemendabile vulnerabilità delle infrastrutture pubbliche.

Le privatizzazioni non sono forse al centro della liquidazione dello Stato da oltre trent’anni? La riduzione dello Stato non è forse una delle poste del grande capitalismo transnazionale che aborre i cittadini e sogna un universo di clienti? Le costituzioni anti fasciste e le democrazie liberali non sono forse da decenni nel mirino di questi grandi centri di potere che dopo il 1991 hanno perso ogni prudenza? Se anche i giovani cinesi preferiscono sposarsi dentro uno dei tanti Mc Donald’s aperti in Cina, che bisogno c’è ancora di quegli ingombranti “padri e madri costituenti”?

Uno scenario fantascientifico? Farneticazioni? In fondo me lo auguro.

Però non sfuggono alcuni elementi che forse meriterebbe almeno tenere d’occhio.

La stretta relazione tra Giorgia Meloni ed Elon Musk, una relazione che va al di là di qualche affinità elettiva e si sostanzia in reciproche continue legittimazioni internazionali ed in progetti di collaborazioni strategiche.

Il nervosismo del prefetto Frattasi, capo dell’Agenzia nazionale per la cyber sicurezza ovvero l’organismo pubblico che dovrebbe salvaguardare il perimetro digitale irrinunciabile per l’Italia, che è saltato sulla sedia quando ha saputo delle norme urgenti che qualcuno a Palazzo Chigi stava pensando di infilare in un decreto “cotto e mangiato”.

Reazione, quella di Frattasi, cui lego il recente e benedetto intervento del Procuratore generale di Roma, Giuseppe Amato, che ha inteso dare un “giro di vite” alle autorizzazioni delle intercettazioni preventive disposte dai nostri Servizi segreti.

Le parole del Ministro Nordio che in questo scenario non trova niente di più urgente da affidare alle agenzie di stampa della volontà di accelerare sulla separazione delle carriere in magistratura, prodromica al controllo governativo sull’esercizio dell’azione penale.

I molteplici casi di “porte girevoli” che caratterizzano i profili personali di tanti protagonisti di queste “rapine in banca” che fanno immaginare una certa familiarità con certi ambienti istituzionali, tutt’altro che irrilevante in un simile scenario. Quale che sia la verità, lo sapremo soltanto alla fine, dagli effetti prodotti.

Come quando ci accorgeremo di avere tutti in tasca una assicurazione sanitaria perché nel frattempo sarà stato abolito il SSN. Tutti, tranne chi non se la potrà permettere, of course.


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