Comitato esperti ONU: detenzione di giornalisti palestinesi da parte di Israele è illegale

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(Parigi). Gli esperti legali delle Nazioni Unite hanno stabilito che la detenzione da parte di Israele di tre giornalisti palestinesi, Moat Amarneh, Mohammad Badr e Amer Abu Ilam, è discriminatoria, arbitraria e contraria al diritto internazionale. Il rapporto del United Nations Working Group on Arbitrary Detention (Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria) è stato pubblicato il 22 settembre scorso a seguito di un appello urgente del Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) dopo un’ondata di arresti in Cisgiordania iniziata il 7 ottobre 2023 e che prosegue tutt’oggi. Nel loro dettagliato rapporto gli esperti dell’ONU hanno evidenziato non solo gli arresti arbitrari ma anche abusi contro i giornalisti in prigione. Tra gli abusi ci sono le continue percosse, l’essere costretti a indossare abiti invernali in estate e estivi in inverno, manette prolungate che provocano rigonfiamenti alle mani, scarsa qualità e quantità di cibo. I giornalisti sono detenuti in base alla pratica israeliana della detenzione amministrativa, che consente a un comandante militare di trattenere una persona senza accuse con l’intento di impedirle di commettere un reato futuro. Secondo B’Tselem (Centro di Informazione Israeliano per i Diritti Umani nei Territori Occupati) Israele ricorre abitualmente alla detenzione amministrativa e, nel corso degli anni, ha messo dietro le sbarre migliaia di palestinesi per periodi che vanno da alcuni mesi a diversi anni, senza accusarli, senza dire loro di cosa sono accusati e senza rivelare le presunte prove a loro o ai loro avvocati. La detenzione amministrativa può essere prorogata un numero illimitato di volte. Ai giornalisti è stato inoltre negato il diritto di ricevere visite e di comunicare con i propri familiari e con il mondo esterno. Il Gruppo di lavoro ha rilevato che a due dei giornalisti è stato addirittura negato il diritto all’assistenza legale, in quanto non sono stati in grado di avviare l’accesso o le comunicazioni private con i loro avvocati.

“Il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite ha stabilito che tre giornalisti palestinesi sono stati detenuti illegalmente da Israele e dimostra come la prigionia sia usata per metterli fuori servizio”, ha dichiarato Gypsy Guillén Kaiser, direttore di CPJ per l’advocacy e le comunicazioni. “Questi giornalisti, e decine di altri messi dietro le sbarre dall’inizio della guerra, si trovano in un buco nero di detenzione potenzialmente infinita, dove subiscono trattamenti brutali. Israele deve rispettare i suoi impegni internazionali e porre fine a queste detenzioni arbitrarie”. Il Gruppo di lavoro ha rilevato che sono state proprio le inchieste fatte da questi giornalisti a provocare il loro repentino arresto, una detenzione discriminatoria, in quanto basata sull'”origine nazionale, etnica e sociale dei giornalisti in quanto palestinesi” e “a causa delle loro opinioni politiche, che sono critiche nei confronti del governo [israeliano] e delle sue politiche”. Al 1° novembre 2024, CPJ ha documentato un totale di 68 arresti di giornalisti palestinesi tra Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme.


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