“Che c…. ce ne frega a noi del dissesto idrogeologico”. Una storia di corruzione e di disastro ambientale

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Va detto, il Pnrr non è mai piaciuto al centrodestra italiano. E, forse, per questo si pensava che non fosse oggetto di interesse. Invece una piccola storia che arriva dalla periferia profonda, quella di Frosinone, ci dice che la Procura Europea, sezione di Roma, in una delle prime azioni “a tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea” è andata a finire a Ceccano, un piccolo comune centro della Ciociaria. E lì ha trovato un ginepraio di interessi finanziari e politici che secondo le contestazioni, integrano reati in grado di incidere “sulle spese relative agli appalti finanziati con fondi europei, nello specifico fondi assegnati all’Italia con il Pnrr”. Il Comune è amministrato dal centrodestra, il sindaco è un carabiniere, espressione di Fratelli d’Italia.

Le intercettazioni, anche in questo caso prova cardine dell’impianto accusatorio grazie al fatto che l’inchiesta è precedente la loro limitazione temporale, rimandano un quadro desolante, poiché fotografano quello che il gip del Tribunale di Frosinone definisce un “gruppo affaristico criminale“, che è, peraltro, “ben percepito da tutto il contesto dell’amministrazione”. Così, il sistema degli appalti era “gestito in maniera totalmente corrotta, ogni appalto, soprattutto i lucrosi interventi consentiti dal Pnrr sono assegnati e gestiti con un continuo flusso di denaro, prezzo della corruzione, che scorre dall’appaltatore al sindaco committente, in direzione opposta ai pagamenti effettuati dal Comune”. Quanto importasse veramente a questo gruppetto di indagati eccellenti il fine ultimo dei progetti del Pnrr lo si evince da quella che potrebbe essere la frase cardine di tutta la storia made in Ceccano.

Il 3 maggio 2024, mentre era in corso un dibattito sul Piano nazionale di ripresa e resilienza circa la sua utilità, applicabilità, rispetto della tempistica nella spesa, nel profondo nord della Ciociaria il geometra Camillo Ciotoli e l’architetto Frank Ruggiero, entrambi indagati, sono intercettati. Parlano dei lavori di “riduzione del rischio idrogeologico del centro storico e messa in sicurezza del movimento franoso in via Celletta”. In pratica un pezzo di paese stava venendo giù. Ma i due funzionari non pensano alla frana, bensì agli accorgimenti da apportare ai progetti per ottenere maggiori guadagni. In specie Frank Ruggiero consiglia al geometra Ciotoli di invitare in ufficio il progettista dei lavori per indurlo a rivedere alcune prestazioni “al ribasso” per recuperare la differenza ed avere un maggiore guadagno. Ed ecco un passaggio saliente di ciò che aveva in mente Ciotoli: “….lui abbassa quello che è il discorso legato all’importo dei lavori a base d’asta e nel quadro economico ci fa uscire il supporto, capito! In modo che noi pigliamo sia il supporto delle aree degradate di Vittorio e sia il supporto al Rup per quanto riguarda il dissesto idrogeologico e sta a posto.. è in questa fase che puoi ancora incidere, ti fai gli spazi tuoi, evviva la musica, che cazzo ce ne frega a noi del dissesto idrogeologico, che andiamo a fa 30,40,50 mila in meno di lavori…”.
Se questa è la considerazione del dissesto idrogeologico in Italia, in un momento di massima preoccupazione per il cambiamento climatico…
Se questo è ciò che accade quando finalmente arrivano i soldi per riparare ai danni attuali e potenziali delle frane…
Se questa è quella certa idea di mondo e del Pnrr…


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