E’ avvenuto all’improvviso. La notte scorsa è mancato il giornalista Maurizio Matteuzzi, un esordio al Resto del Carlino di Bologna, dov’era nato; poi una vita professionale dedicata alle vicende dell’America Latina per le pagine del Manifesto e altre pubblicazioni. Qualche mese addietro lo aveva aggredito una grave patologia, ma è stato un infarto a colpirlo inesorabilmente. Era una possibilità considerata dai medici, non dai familiari ed amici che accompagnavano numerosi ed assidui la sua battaglia di sopravvivenza, sempre lucida, ragionata e non priva di qualche elegante ironia. Quindi apparentemente ancora lontana da una resa che in quanto tale non c’è stata.
Eravamo divenuti colleghi solidali tra colpi di stato e guerriglie, affanni e timori, sebbene non sempre del tutto coincidenti nei giudizi. Fatta eccezione per quanti (pochi, per la verità) sostenevano l’insostenibile, le circostanze talvolta pericolose e mai davvero quiete favorivano i rapporti tra la maggior parte di corrispondenti e inviati dei diversi giornali ed emittenti radiotelevisive d’ogni paese e orientamento politico. In questo tipo di situazioni non poco dipende infine dai temperamenti personali. Maurizio era solo a prima vista un dogmatico, poiché un certo carattere pregiudiziale delle sue analisi non era mai disgiunto dal sostanziale rispetto della verità e da un profondo senso umanitario.
Ho avuto modo di comprovarlo nella realtà quotidiana che lungo decenni ci siamo trovati ad affrontare insieme in Cile, in Argentina, in Brasile, dove per un periodo andò anche a stabilirsi come corrispondente del suo giornale a Rio, con la moglie Kelly e i figli Sara e Luca, allora bambini e poi ininterrottamente amatissimi. Cosi che la nostra reciproca simpatia si è trasformata nel tempo in un’amicizia estesa alle rispettive famiglie. E mi rendo conto solo adesso che me lo chiedo, di non sapere quanti anni esattamente avesse Maurizio, in quanto l’ho sempre visto giovane, partecipe, fino all’ultimo nostro incontro d’una settimana addietro. Non più un ragazzo, certo; ma con interessi e passioni mai sopite. Ascolta questa, ha detto a mia moglie Alicia e a me mettendo un disco di Chico Buarque de Hollanda.