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A Catania i teatri scottano. È il Fringe Festival 2024. Bilancio di una maratona del Teatro off

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Il Festival del Teatro indipendente ha appena chiuso i battenti e già gli infaticabili organizzatori stanno progettando il 2025. Giunto alla terza edizione, ideato e diretto con competenza e passione da Renato Lombardo e Francesca Vitale, il Fringe Catania 2024, si è svolto dall’1 al 27 Ottobre, avvalendosi della ricchezza e versatilità di un’offerta complessa che abbraccia monologhi, teatro canzone, danza, circo temporaneo, prosa cabaret, drammaturgia contemporanea, teatro fisico, teatro danza, clownerie, stand up comedy. Di respiro internazionale, gli spettacoli, all’insegna dell’impegno civile, hanno coinvolto spettatori di ogni età, dimostrando la vitalità del teatro in questa formula innovativa, valorizzata dalle performance di qualità degli artisti, in action per una o due settimane, in percorsi paralleli e trasversali, intrecciati abilmente per consentirne la visione. La manifestazione, oltre ai 60 spettacoli, si è arricchita vieppiù degli incontri con e tra gli artisti, con dibattiti, mostre fotografiche, presentazione di libri, in un susseguirsi stimolante di riflessioni, proposte, progetti, dando spazio alla creatività nelle sue multiformi esplicitazioni. Un’occasione ghiotta per il pubblico catanese che sta dimostrando un interesse crescente, gratificando sia gli organizzatori, coadiuvati da un formidabile staff, che gli artisti.

L’abbondanza e la contemporaneità delle offerte artistiche non ci ha consentito la possibilità di accedere a tutti gli spettacoli; pertanto la carrellata delle opere citate in questo articolo non è frutto di una selezione, perché la qualità artistica è presente su tutto il panorama proposto, già frutto di un attento esame da parte degli organizzatori.

Per il Teatro Fisico:

la performance Dido, ha offerto un mix di suggestioni sonore, visive, coreografiche attraversate da un unico, versatile corpo maschile, Korhan Basaran, pulsante nella drammaticità della struggente e universale storia d’amore e di abbandono della regina Didone. Compagnia RAu, Turchia.

Per i Monologhi:

Ed io l’amavo di Putaggio Vincenza, emoziona, attraverso il racconto straziante della moglie, l’intensa Adriana Parrinello, la storia di Vito Pipitone, contadino sindacalista siciliano ucciso nel 1947 dalla mafia per il suo impegno nel sociale. Compagnia Associazione culturale I Musicanti. Marsala

Per la Danza:

la Compagnia Collettivo Danzarte da Messina ha proposto Alter_Azione di Gaia Gemelli. Tra natura e arte quattro corpi femminili Martina Romano, Carolina Parisi, Simona Rando, Alice Sanni, attraversano con grazia e vigore incessanti metamorfosi, per approdare a una propria identità che è forza vitale.

Per la Drammaturgia contemporanea:

con Cecilia e le leggende del mare di Ephraim Pepe la Compagnia “I leggendari” di Livorno, propone un affascinante viaggio nel’700, dove tra mari, corsari, figure leggendarie, si snoda la storia di Cecilia, narrata tra musica canto, racconto, in un ensemble dove storia e leggenda sfociano in un unicum ben orchestrato da Alessandra Donati e Edoardo Bacchelli.

L’Amor che (non) move il sole di e con Beppe Allocca da Prato, è un gustoso, dotto, scoppiettante omaggio, saltellante tra passato e presente, a Galileo Galilei, tra videoproiezioni, lectio magistralis, dialoghi immaginari, che invita alla conoscenza sorretta dall’esperienza. Più che mai attuale, lo spettacolo si avvale di dense e umoristiche rivisitazioni del meritoriamente celebre scienziato, riscattato dalle ingiuste accuse di eresia dalla “pentita” Chiesa cattolica nel 1992.

No di e con Annalisa Limardi da Milano, offre un’interessante interazione ritmica tra corpo, suoni, luci, tecnologia, alla ricerca di un’identità che vada oltre il bisogno di essere amati, tra un “sì” e un “no” finalmente autentici, capaci di segnare i confini tra ciò che siamo e ciò che gli altri vorrebbero che fossimo.

Sai chi ti saluta tantissimo, è una gradevole Stand up comedy di e con Mary Sarnataro da Milano, che ci conduce amabilmente nei territori oscuri della bassa autostima, sorretta e illuminata da una spiccata dose di autoironia che ci fa sorridere insieme alla performer dei fallimenti e delle delusioni, in una garbata interazione col pubblico.

Per il Teatro-Danza

 

la Compagnia Woman’s Move ha presentato The sensemaker di e con Elsa Couvreur. Svizzera. La godibile performance si avvale di un’interpretazione accattivante e impeccabile e di un tema quanto mai diffuso: la protagonista infatti è una donna, vittima dei sistemi di comunicazione robotica che le impongono un’attesa snervante e una serie di richieste off limits.

Per il Teatro-Canzone

L’Officina Teatro Canzone di Melilli ha proposto L’asino di S. Giuseppe, di e con Giuseppe Pastorello, con Cristina Giarmanà, Roberto Gianni, Christian Bianca, Loredana Maieli, che hanno fedelmente narrato la novella di Giovanni Verga, tra lettura, canto, video proiezioni, rappresentando simbolicamente nella triste vita del povero asinello i diseredati della terra, animali, bambini, donne.

Per il Circo contemporaneo

La compagnia Il Teatro Viaggiante con T.O.M./ The old man di e con Edoardo Mirabella da Pavia ha delineato un delicato percorso di creatività, scandito dal susseguirsi di clownerie, rivisitate anche da oggetti inusuali come giganteschi pneumatici, dove l’atmosfera densa di illustri predecessori, accennati dal classico bastoncino di Charlot, scivola verso un finale aperto.

Lo spirito del Fringe è stato ampiamente descritto da Francesca Vitale in un interessante podcast dedicato.

FRINGE CATANIA Off

3ª Edizione 2024

1/27 OTTOBRE


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