I neofascisti non possono e non devono avere diritto di cittadinanza.
Chi al governo oggi fa fatica a definirsi antifascista, ed allora è facile capire perché si arrivi a punire un intellettuale come Raimo o a minacciare Landini perché chiama alla rivolta sociale.
Noi siamo per tutte le libertà, per la libertà di manifestare, di esprimere la propria opinione, di dissentire ma non è libertà manifestare od esercitare idee, culture e pratiche che hanno come obiettivo quello di impedire a tutti gli altri di poterlo fare, che è il cuore del neofascismo.
I neofascisti non devono avere il diritto di cittadinanza, non devono avere piazze, ancor più in questa città a due passi da quella stazione teatro dell’orrenda strage fascista del 1980.
Lo ha affermato Nicola Fratoianni di Avs prendendo la parola in piazza Nettuno a Bologna nel corso del presidio antifascista promosso dall’Anpi, a cui hanno partecipato cittadini, sindacati, associazioni, esponenti politici dell’opposizione come il leader di SI, la segretaria del Pd Schlein e la sen. Maiorino del M5S
In questo Paese quelli che sono oggi al governo – prosegue il leader di SI – fanno fatica a dirsi antifascisti e allora è tutto chiaro.
Ed è facile capire come sia possibile che in questo Paese possa succedere quello che vediamo sotto i nostri occhi: un intellettuale e un docente come Christian Raimo punito perché ha osato dissentire e ha criticato un ministro e le sue politiche.
Ed è facile capire come sia possibile che possa accadere in questo Paese che il capogruppo dei deputati di FdI minacci il segretario della Cgil dicendo ‘attento Landini le tue parole integrano gli estremi di un reato’ perché ha chiamato alla rivolta sociale.
Ed è facile quindi capire come sia possibile – conclude Fratoianni – che non se la prendano con coloro che da anni diffondono odio e veleno nelle vene della società italiana.