Nessuno ha la verità in tasca in queste elezioni Usa. Donald Trump e Kamala Harris passeranno questo ultimo week prima del voto a battere in lungo e in largo gli stati in bilico, dove c’è un testa a testa tra i due candidati. I sondaggi si susseguono, Harris pare in testa di un punto a livello nazionale,ma non è quel voto che conta. C’è da impazzire se ci si tuffa nelle percentuali di previsione di voto dei gruppi etnici, delle contee, degli uomini bianchi e di colore, delle donne. Come ho scritto ieri le donne determineranno l’elezione del prossimo presidente, perché sono il gruppo numericamente più numeroso il 53% dell’elettorato, le bianche in particolare sono il 30%. Non è certo che voteranno comunque per Kamala Harris. C’è poi l’incertezza sul voto degli arabi americani e dei musulmani furiosi con l’amministrazione Biden per il genocidio in corso a Gaza e per come è stato gestito il conflitto tra Israele e Hamas. Il Michigan,uno degli stati in bilico ha la presenza maggiore di elettori musulmani e arabi che potrebbero non andare a votare o scegliere un voto di protesta con la terza candidata verde Jill Stein. L’unica cosa certa è che sarà una manciata di voti in uno dei sette stati in bilico a decidere chi andrà alla Casa Bianca. Non lo sapremo,molto probabilmente, la notte elettorale, perchè le regole di conteggio dei voti variano da stato a stato. Siamo ormai a quasi 70 milioni di americani che hanno già votato per posta e con il voto anticipato. Più della metà degli aventi diritto. Richiederà tempo controllare la regolarità dei voti e da mesi Trump mette in guardia dal rischio di frodi per elettrizzare il suo elettorato.Si temono disordini ed è incredibile che questo sia il clima nella più grande democrazia del mondo. Il pensiero corre a quel 6 gennaio del 2021 quando i sostenitori di Trump assaltarono il Campidoglio. Lo scontro verbale negli ultimi giorni è diventato ancora più violento e ha coinvolto anche la repubblicana Liz Cheney, figlia dell’ex vice presidente di Bush, Dick Cheney che si è schierata con Kamala Harris. Trump le ha dato della stupida guerrafondaia a cui bisognerebbe puntare dei fucili per vedere come reagisce, ha affermato, costringendo il dipartimento di giustizia dell’Arizona ad aprire un’indagine per stabilire se si tratti di una minaccia di morte. Trump è nervoso e le sue immagini mentre simula un atto sessuale con un microfono che funziona male,prendendosela con i tecnici audio, ha fatto il giro dei social. Il New York Times intanto, a differenza di Washington Post e Los Angeles Times che hanno scelto di restare neutrali, si è schierato con Kamala Harris .Lo ha fatto con un breve editoriale nel quale ha criticato duramente Trump.”E’ inadatto a guidare il paese, è una minaccia per la democrazia, un bugiardo senza limiti” sono solo alcune delle dure accuse del quotidiano al miliardario.
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