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Solidarietà ad Attila Biro e Context dopo l’attacco di Mircea Geoană, candidato alle elezioni presidenziali in Romania.

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Mircea Geoană è un ex funzionario della NATO, si è dimesso dal ruolo di vice capo a settembre per candidarsi alla presidenza della Romania. Attila Biro è un giornalista indipendente che lavora con una piattaforma di informazione indipendente, Context.ro.
Quello che sta succedendo in queste ore in Romania è qualcosa che in Italia abbiamo imparato a conoscere, grazie al governo Meloni: potere contro parola, teoria del complotto contro giornalismo, fake news truccatissime contro nuda verità. Quello che vorremmo non accadesse né lì, ne qui, né altrove è che un giornalista si possa trovare solo, sommerso dalle fake news e dall’indifferenza generale.
Il modo migliore, credo, per raccontarvi questa incredibile storia è quella di cominciare dal principio. Se andassi a ritroso, rischierei di porre l’accento sulle sensazionali bugie di Geoană e permettere così di mettere in secondo piano la vera questione: l’inchiesta denuncia i rapporti tra i russi e Geoană.
L’1 ottobre, un’inchiesta internazionale della rete The Organised Crime and Corruption Reporting Project, di cui Context.ro è membro, ha rivelato che Rareş Mănescu, un ex sindaco liberale che ha lavorato per tre mesi per la campagna di Geoană, aveva stabilito una partnership commerciale con Aleksei Kozlov, un uomo d’affari russo strettamente legato a Putin, in particolare in Crimea. Mănescu stringeva questi affari mentre gestiva la campagna di Geoană, mentre quest’ultimo era ancora deputato alla NATO. L’indagine giornalistica ha dimostrato una serie di ramificazioni, potete trovare i dettagli dell’inchiesta, anche in italiano, sul sito della Rete.
Come pensate che abbia reagito Geoană? Fornendo dati per smentire o provando il contrario? Niente affatto, il candidato ha risposto con una grave accusa nei confronti del giornalista rumeno Attila Biro, uno degli autori dell’inchiesta internazionale. Geoană ha accusato Biro di essere coinvolto in un complotto per assassinare l’ex procuratore capo della Bulgaria, Ivan Geshev! E, per farlo, ha citato alcuni tabloid bulgari, specializzati in informazioni false, su due presunti tentativi di assassinio di Geshev nel 2023, collegando Biro a questi eventi. Un’operazione da manuale, che val la pena riportare:
“Vorrei spendere qualche parola su un tema che è scoppiato nella nostra stampa, un tema che è stato generato da una cosiddetta inchiesta giornalistica internazionale sotto l’oblatività e il finanziamento dell’oligarca Khodorkovsky e innescato da un cosiddetto giornalista investigativo, Attila Biro, accusato dalla stampa bulgara e di altri Paesi europei di aver fatto parte dell’operazione per tentare di assassinare il procuratore generale della Bulgaria. Ci sono stati due tentativi di questo tipo. Per questo vi dico in tutta serietà: questo tipo di kompromat generato e diretto da Mosca è un’operazione di disinformazione che fa parte dell’arsenale di guerra ibrida che la Federazione Russa sta scatenando contro le democrazie occidentali. È di questo che stiamo parlando oggi in Romania”.
Bugie chiamano bugie, nella speranza che si trasformino in mezze verità. In un’intervista a Europa FM, la portavoce di Geoană ha ripetuto l’accusa, suggerendo che Attila Biro non era “più credibile” perché il suo nome era stato “collegato” al presunto attentato. Di fronte al fatto che queste affermazioni erano basate sulla disinformazione, la portavoce ha candidamente dichiarato che “non è compito del team di Geoană dimostrare se la storia è vera o falsa”.
Rispondendo alle accuse, Attila Biro ha negato qualsiasi coinvolgimento nel complotto bulgaro, spiegando che le stesse sono parte di una più ampia campagna di disinformazione volta a screditare i giornalisti indipendenti, specie quelli che indagano sulla criminalità organizzata.
Solidarietà ad Attila Biro e alla redazione di Context.

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