Se Netanyahu licenzia l’ONU

0 0
Non era mai accaduto e non è tollerabile. Ci riferiamo all’atteggiamento del governo Netanyahu nei confronti delle Nazioni Unite. Non è ammissibile, infatti, che l’ambasciatore israeliano riduca a brandelli la Carta dell’ONU al Palazzo di Vetro e, meno che mai, che ci si permetta di dichiarare persona non gradita il segretario generale Guterres: un galantuomo che da anni si batte per il rispetto dei diritti umani e contro ogni barbarie. E allora lo dica, il vero leader dell’estrema destra globale: si assuma la responsabilità di scatenare un conflitto regionale che rischia di diventare planetario e sconfessi pubblicamente la legittimità stessa dell’ONU. Poi, magari, qualcuno gli spiegherà che se Israele esiste e nessuno può mettere in discussione questo suo diritto è proprio grazie all’ONU e alla risoluzione 181 del ’47 che, di fatto, favorì la nascita di uno Stato ebraico per rendere storicamente impossibile una nuova Shoah. Perché la violenza verbale, la volgarità, l’offesa gratuita e la vera e propria aggressione, purtroppo comune a molti, compresi alcuni commentatori, che per fortuna contano assai meno di Netanyahu, nei confronti delle Nazioni Unite è l’emblema del baratro nel quale siamo sprofondati. L’ONU, per chi non lo sapesse, costituisce difatti la risposta del mondo libero alla barbarie nazi-fascista. La Dichiarazione universale dei diritti umani, voluta soprattutto da Eleanor Roosevelt, moglie del compianto presidente democratico che aveva risollevato gli Stati Uniti attuando politiche keynesiane e varando gli accordi di Bretton Woods, è sostanzialmente la Costituzione del mondo, il fondamento del nostro stare insieme. Se i suoi articoli, i suoi principî e i suoi valori vengono meno, allora crollano le basi del multipolarismo. Se ciascuno può far da sé, a scapito degli altri e violando ogni convenzione internazionale, allora siamo alla guerra tribale. E poiché questo sembra essere lo scenario, bisogna dirlo chiaramente. Se Netanyahu vuole agire in contrasto con le Nazioni Unite, è lui che sta dichiarando la morte cerebrale dell’Occidente e della nostra civiltà. Se pensa di poter schiacciare tutti i popoli che vivono ai confini dello Stato che, purtroppo, dirige, è lui che sta schiudendo le porte dell’inferno. Se pensa di poter mettere fuori legge il segretario generale dell’ONU, è lui a non avere il senso del proprio ruolo, delle proporzioni e della realtà. E, quel che è peggio, è lui ad attirare quotidianamente contro il suo popolo, sparso per il mondo, un odio che non merita e che sinceramente ci inquieta. Quando, tuttavia, ogni diritto, ogni ideale, ogni argine e il senso stesso della misura e del limite vengono meno, le inevitabili conseguenze sconfinano nella tragedia.
Abbiamo sempre condannato ogni forma di fondamentalismo, qualunque fosse il suo colore, solo che, a differenza di determinati colleghi, scopertisi ad esempio anti-putiniani dopo il 24 febbraio 2022 e oggi intenti a tacciare di putinismo anche coloro che contrastavano il despota di Mosca quando loro gli baciavano la pantofola, insieme a quella dei suoi amiconi italiani, a differenza di certa gente, dicevamo, noi non intendiamo accettare alcuna forma di prepotenza e di sopruso, chiunque sia a commetterli.
Benjamin Netanyahu, impedendo l’ingresso in Israele a Guterres, si è spinto oltre. Sappia, però, che se c’è un aspetto che differenzia il suo Paese dai vicini è proprio quello di non aver mai consentito a nessun governante di agire al di sopra della legge. Prima o poi, anche lui dovrà fare i conti con un tribunale: quello della giustizia terrena, prima di quello della storia che lo ha già ampiamente condannato.
Roberto Bertoni

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21