Colui che conserva il busto del duce in casa e che ora ricopre la carica di vice presidente del Senato ha sferrato un nuovo attacco contro la trasmissione Report e i programmi di La Sette, perché sarebbero tutti all’opposizione del governo e della maggioranza di cui fa parte.
Non è la prima esibizione di Ignazio La Russa, forse preoccupato per i riflettori accesi sulla sua amica, la ministra Daniela Santanché, sulla rete di affari del suo clan, sugli affari di famiglia, sui goffi tentativi di guadagnare qualche parlamentare dell’opposizione al voto per la conquista della Corte Costituzionale.
Non sapendo come fermare la frana, per l’ennesima volta, ha tirato contro la libertà di informazione.
Evidentemente certi amori non finiscono mai, del resto anche quello del “busto” odiava il pensiero critico e la libertà di informazione, non casualmente nel suo mirino finirono le redazioni di alcuni giornali e politici giornalisti quali Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci, Giovanni Amendola, Piero Gobetti, i fratelli Rosselli, don Minzoni e non solo..
Le parole del presidente del senato, sommate al taglio dei fondi alle associazioni dei deportati, confermato quanto abbiamo sempre sostenuto: quella fiamma unisce i reduci di Saló ai loro eredi di oggi.