Anche in questo caso, come sulla scuola, sul lavoro, sulle carceri, sui decreti repressivi nascosti sotto l’ombrello fasullo della sicurezza, anche in questo caso il problema non è il provvedimento in sé: inutile, dannoso e ridicolo, se si pensa che a esserne vittime sotto stati appena sedici poveri cristi, imbarcati e condotti in Albania giusto per alimentare ulteriormente la propaganda di un esecutivo in difficoltà. Il problema è il principio: la vita umana utilizzata per prendere in giro gli elettori, come ai tempi dei barconi tenuti in mare da Salvini in nome di una presunta difesa dei confini che altro non era che un inaccettabile sopruso ai danni di persone in fuga dalla disperazione, dalla miseria e dalla guerra. Per questo non si può tacere. Lo ribadiamo ancora una volta: non è in gioco solo la democrazia, già messa a repentaglio da ben prima che arrivasse questo governo, ma il modo di sentire e di operare di un popolo sempre più intriso di odio e di sete di vendetta, in una sorta di guerra civile a bassa intensità fra gli ultimi e i penultimi, perfetta per nascondere gli effetti di una manovra economica iniqua e all’insegna di tagli devastanti, mentre la sanità pubblica sta venendo meno e il lavoro di qualità si sta trasformando in una chimera, specie per i giovani.
Poi c’è un altro problema e si chiama Europa. Perché è vero che il metodo Meloni è stato preso a esempio da altri paesi ed è altrettanto vero che i vertici dell’Unione Europea lo guardino con favore, il che testimonia il degrado cui stiamo andando incontro. Questo continente, semplicemente, non esiste più. Non ha dignità, non ha valori, non ha ideali, non ha il senso della misura e del limite, è in preda ai peggiori populismi, ha affidato il dicastero relativo all’immigrazione a un sostenitore dei fili spinati, è trumpista ancor prima del probabile ritorno di Trump alla Casa Bianca; insomma, non somiglia in nulla e per nulla al sogno di coloro che l’avevano ideato per porre fine alle guerre e dar vita a un futuro di cooperazione, solidarietà e pace. Di questa Europa, sinceramente, me ne vergogno. Provo orrore per ciò che è diventata e per ciò che potrebbe diventare, e penso che il governo Meloni non sia nemmeno il peggiore: quanto meno è esplicito nei suoi proposti e, in fatto di immigrazione, persino relativamente coerente.
Non mi esprimo in merito al presidente albanese Edi Rama: se quello è un socialista, significa che del partito che fu di Willy Brandt e François Mitterrand non è rimasto neanche il ricordo. Vorrei solo che l’opposizione, almeno in Italia, si battesse per una volta al fianco di coloro che non hanno voce, che non votano, che non possono arrecarle alcun vantaggio e che, anzi, qualche voto potrebbero addirittura farglielo perdere. Le elezioni, infatti, passano; la dignità, una volta venuta meno, non torna più. E noi di un’opposizione forte, dignitosa, umana, in grado di farsi carico delle sofferenze dei più deboli e di fremere di sdegno di fronte a ogni ingiustizia, noi, al cospetto di un esecutivo del genere, di un’opposizione così ne avvertiamo il bisogno.
L’Europa è perduta, cerchiamo di salvarci almeno l’anima.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21