La sicurezza sul lavoro è un presidio di civiltà

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Ancora una volta, mercoledì, ci sono state due vittime sul lavoro. L’esplosione di un macchinario nello stabilimento della Toyota Material Handling di Borgo Panigale, a Bologna, ha danneggiato gravemente un capannone e ucciso Lorenzo Cubello, di 37 anni, e Fabio Tosi, di 34. Ma ci sono anche 11 feriti, ricoverati in vari ospedali. L’azienda, sussidiaria del notissimo marchio globale giapponese, sinonimo del processo di qualità nel lavoro, è un produttore e distributore di carrelli elevatori e trattori da traino.

Come sempre, non possiamo che affidarci al rigoroso lavoro degli inquirenti e della magistratura perché sia chiarita la dinamica della tragedia. Come sempre, il pensiero va alle famiglie e ai compagni di lavoro delle vittime e dei feriti. Come sempre, tocca ai sindacati – in questo caso le organizzazioni confederali, Fim, Fiom e Uilm, dei metalmeccanici di Bologna – proclamare una giornata di sciopero per richiamare l’attenzione sulla striscia di terribili incidenti che colpiscono, senza soluzione di continuità, i lavoratori nel nostro Paese.

Per quel che ci riguarda, consideriamo necessario attirare l’attenzione sui dati pubblicati di recente dall’Inail riguardanti gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali, relativi ai primi otto mesi dell’anno. Dati che ci dicono che davvero non possiamo abbassare la guardia. L’Istituto registra, infatti,  un aumento degli infortuni (+ 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023).

Ancora più grave il dato complessivo delle denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate nei primi otto mesi del 2024: sono state 680, 23 in più rispetto alle 657 registrate nel corrispondente periodo del 2023 (+3,5%). Anche rapportando il numero dei casi mortali agli occupati rilevati dall’Istat (che sono aumentati), si nota come l’incidenza dei decessi cresca, comunque dell’1,1% rispetto al 2023. Tra i settori con più decessi troviamo le costruzioni e il comparto manifatturiero.

Un incremento enorme si registra, poi, nelle denunce di malattie professionali che, nei primi otto mesi del 2024, arrivano a 58.857; 10.343 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Ancora, va sottolineato un dato estremamente preoccupante che molto ci dice della condizione di alto rischio che affligge i lavoratori in Italia:  è il numero delle aziende che non rispettano le norme, in primo luogo proprio in merito alla sicurezza. Oltre 8mila imprese, il 93,73% di quelle ispezionate, sono risultate in una situazione di irregolarità.

Tutto ciò rende più evidente che mai che per abbattere il numero inaccettabile di infortuni e morti sul lavoro è indispensabile, prima ancora che fare nuove leggi, costruire una coscienza collettiva che consideri la sicurezza sul lavoro davvero un presidio di civiltà. Oggi, abbiamo anche l’opportunità di valerci delle nuove tecnologie della digitalizzazione e della Intelligenza Artificiale come presidi per far crescere la salvaguardia dell’integrità psicofisica dei lavoratori.

Come ha ricordato il presidente Mattarella, il 13 ottobre, in occasione della Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, “la sicurezza sul lavoro, oltre che una prescrizione costituzionale, è anzitutto una questione di dignità umana”.

 


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