La giornalista ucraina Viktoria Roshchyna è morta prigioniera in un carcere russo.
Aveva 27 anni. Le cause esatte non si conoscono ancora, ma la giornalista era scomparsa il 3 agosto del 2023 mentre faceva un reportage in uno dei territori occupati dai russi, presumibilmente dopo essere catturata dai militari occupanti.
Il ministero della Difesa russo aveva confermato la detenzione di Viktoria quasi otto mesi dopo. Fino ad allora, neanche la famiglia aveva avuto notizie di lei.
La giornalista, prima di essere catturata, per oltre un anno era rimasta sulla linea del fronte per documentare il conflitto per testate indipendenti. Non è mai stato chiaro dove fosse detenuta.
Il sito ucraino Graty ha scritto che Victoria sarebbe morta il 19 settembre, ma non si sa se la notizia sia confermata. Secondo altre fonti, Roshchyna era anche stata inserita in una lista di scambio prigionieri che avrebbe dovuto avvenire nei prossimi giorni ma non ce l’ha fatta.
Il sindacato dei giornalisti ucraini, NUJU, affiliata alla Efj, è sotto shock e chiede un’immediata indagine internazionale sulla detenzione in Russia e sulle circostanze della morte della collega. “La prigionia uccide. Ogni giorno nelle mani degli occupanti è una minaccia per la vita dei nostri colleghi” scrive il sindacato. “Esortiamo la comunità internazionale _ si legge ancora in un comunicato della NUJU – ad aumentare la pressione sulla Russia affinché rilasci tutti i giornalisti ucraini detenuti illegalmente dagli occupanti”.
Anche la Federazione europea dei giornalisti, per bocca del Segretario generale, Ricardo Gutierrez, ha espresso le condoglianze alla famiglia e ha denunciato con fermezza le detenzioni illegali dei giornalisti,” colpevoli” di avere fatto solo il loro lavoro. “Efj _ dice Gutierrez – chiede il rilascio immediato dei 58 giornalisti attualmente imprigionati in Russia”