BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

La “dama sovranista” Francesca Totolo e Casapound in Comune ad Arezzo a presentare un libro. Perché nessuno se n’è accorto?

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I “fascisti del terzo millennio” in comune ad Arezzo a presentare l’ultimo libro della “dama sovranista” Francesca Totolo. L’evento l’ha organizzato lo scorso 25 ottobre “Difesa dei Valori”, un’associazione pro-vita che mescola la difesa della cristianità con teorie complottiste sul Covid, il grande reset”, omofobia, l’ideologia gender, la dittatura del pensiero unico”. E che pare susciti da tempo le simpatie di alcuni gruppi di maggioranza in consiglio comunale tra cui quello della Lega Nord, che venerdì avrebbe messo gratuitamente a disposizione la sala comunale anche al partner della serata, il locale circolo di Casapound. Nella locandina ufficiale il simbolo della Lega Nord non c’è, ma ci sono quelli dell’associazione e del gruppo neofascista, presente solo col nome del circolo locale, Spazio Lacerba, che figura anche nel comunicato rilanciato dalle testate aretine, ignare (si spera) della vera matrice della serata.

La ricercatrice indipendente” ed “esperta di immigrazione e geopolitica”, collaboratrice del Primato Nazionale, il giornale di Casapound, è nota per la sua attività social, in particolare su X, dove al centro di una rete di account anonimi e contatti con siti sovranisti (compreso Sputnik, cuore della propaganda putiniana), dal 2017 è attivissima sulla diffusione di bufale, disinformazione e propaganda sovranista, specie anti-migranti, rilanciando dossier paralleli” e attaccando- con shit-storm spesso violenti- giornalisti, avvocati, organizzazioni internazionali come Amnesty International, le ong dei salvataggi in mare, esperti e studiosi. Tra i suoi tweet, elogi alla Decima Mas, slogan fascisti, teorie complottiste, foto di eventi e incontri anche con esponenti politici e di governo e della sua presenza fissa alle feste di nazionali di Casapound, dove anche quant’anno ha partecipato presentando proprio il libro portato ad Arezzo. Presentato da un noto ex consigliere comunale legato all’estrema destra, anche nella Sala del Saracino è arrivato “Le vite delle donne contano. Lola, Pamela e Desirée, quando l’immigrazione uccide”. Edito da Altaforte, la casa editrice di Casapound, il libro si propone come una ricerca sulla presunta immigrazione “incontrollata”, una rassegna di “omicidi, stupri, ricatti e aggressioni commessi da immigrati, clandestini e richiedenti asilo, che sono passati sotto silenzio e che hanno trovato limitata risonanza”- si legge nel comunicato. Nella realtà, è un pescato a strascico in rete di notizie e presunti dati a sostegno di tesi razziste e islamofobe. Oltre ad essere, oggettivamente, una bieca operazione di strumentalizzazione del dolore delle famiglie delle vittime di drammatici casi di cronaca nera (come quelle citate nel sottotitolo) e della piaga della violenza contro le donne. Totolo, senza nessuna competenza in materia, per sua stessa ammissione “autodidatta”, una “patriota” che ha deciso di “fare qualcosa per il propio paese”, è al quinto libro ed è balzata dalla bolla della rete sovranista e di estrema destra sui social alle cronache nazionali per essere l’inventrice della bufala sulla migrante Josefa: un donna camerunese, salvata il 17 giugno 2018 da Open Arms e apparsa in alcune immagini con le unghie laccate. Agli haters scatenati dai suoi tweet -“Scappa dalla guerra ma si è pitturata le unghie. Inoltre le mani non hanno l’aspetto spugnoso tipico di chi resta in acqua per ore. Scusate, ma io non ci credo al 100%”- risponde Annalisa Camilli di Internazionale, presente sulla nave: alla donna le volontarie hanno messo lo smalto per tranquillizzarla ed aiutarla a parlare durante i quattro giorni di navigazione dopo il salvataggio. Dopo il caso, in un’ intervista a La Stampa dichiarerà: Twittare è il mio lavoro. Mi finanzia Casapound”. L’anno prima, nel marzo 2017, la “dama sovranista” aveva tentato di estorcere informazioni riservate alla ong tedesca Jugend Rettet ( quando era ancora segreta l’indagine a suo carico della Procura di Trapani) e provato ad imbarcarsi sulla nave Juventa, spacciandosi per una specializzanda dell’Università Bocconi impegnata in una tesi sulle Ong nel Mediterraneo. Inganno che le costa una esposto. Nel 2020 invece, insieme a Salvatore Dama e Chiara Giannini, lancia la bufala dei cani mangiati dai “migranti musulmani” dell’hotspot di Lampedusa, falso scoop basato su una denuncia (e sulle illazioni) di Rosy Matina, proprietaria di un terreno vicino al centro di accoglienza, e pubblicato da Libero. Nel maggio 2021 invece la Totolo è tra gli undici indagati in un’inchiesta per i reati di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e per istigazione a delinquere. Il giro è il solito mondo web dell’estrema destra sovranista, collegato anche a gruppi antisemiti e suprematisti. Il sospetto è che fosse anche in costruzione una strategia organizzata per attacchi contro le più alte istituzioni. I carabinieri del Ros si presentano anche a casa della Totolo, alla quale vengono sequestrati i dispositivi elettronici. Sotto la loro lente ci sono contenuti social contro il Capo dello Stato pubblicati nel periodo in cui cade il governo Conte e nasce l’esecutivo di Mario Draghi.

Arezzo, oggi a trazione centro-destra, è medaglia d’oro alla Resistenza e sul suo territorio si sono compiute alcune delle più sanguinose stragi avvenute per mano nazi-fascista in Italia. Ma i sintomi di uno sdoganamento di presenze e rigurgiti anti-democratici sembrano sempre più forti. Se Casapound in comune è una novità, è di poche settimane fa la polemica sul caso dell’anello regalato da un orafo aretino al generale Roberto Vannacci, in occasione della cena in città per festeggiare la sua vittoria alle Europee: è decorato coi simboli della X Mas, due fasci e il motto “Memento audere semper”, un oggetto che sarebbe ora un simbolo indossato dai simpatizzanti e dai sostenitori del suo movimento. E’ aretino il responsabile di “Il Mondo al Contrario” per il centro Italia, Cristiano Romani, che sui giornali ha ampiamente rivendicato la sua complicità nell’iniziativa dell’anello. Meno recente ma altrettanto chiacchierato è stato il convegno voluto dal sindaco Alessandro Ghinelli per ricordare il padre Oreste, storico dirigente missino (e con un passato di simpatizzante repubblichino), “avvocato, artista, letterato e politico”-si leggeva negli inviti- scomparso nel 1985. L’evento si è tenuto in Comune lo scorso 19 dicembre. Comune che è sì la casa dei cittadini e della democrazia, ma lo è nel nome della Costituzione, che non a caso non prevede spazio per chi quei valori li nega da sempre e per natura.


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