La Cyber Insicurezza e il governo

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Ormai da due anni il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano,  ha la delega per la ‘Cybersicurezza’. In questi giorni è esplosa la vicenda dei gravissimi e grandi spionaggi eseguiti proprio violando i sistemi informatici nelle loro diverse applicazioni. Qual è stata la prima accusa rivolta da Giorgia Meloni? Mica alla totale carenza di controlli su così delicati strumenti di comunicazione, archiviazione, proposte, progetti. No. Si è guardata subito all’indietro per dichiarare che già in epoca della presidenza Draghi era stato oggetto di spionaggio. Si inserisce, quindi, nell’onda lunga e pericolosa di una pratica molto cara alla destra, per denunciare “Siamo vicini all’eversione”.

Lei, principale protagonista e propagandista di eversivi attacchi alla Costituzione, parla di rischio eversione. E cosa sarebbero il premierato, l’autonomia differenziata, i bavagli all’informazione, gli attacchi all’autonomia dei magistrati, il vergognoso rifiuto dell’accoglienza dei profughi con il tentativo di estradarli in lager – pardon – in centri per il rimpatrio pagati con i soldi pubblici, ultimo dei quali in Albania?

Così, spostando l’attenzione e montandola con il sostegno di una forte grancassa mediatica, cerca di costruire l’ennesima distrazione di massa per far dimenticare come e dove sta portando l’Italia: brutali tagli alla sanità, le prese per i fondelli dei pensionati omaggiati di aumenti da tre euro al mese, i tagli alle scuole e al personale docente e non docente.

Ora, finalmente, Mantovano svolgerà il compito istituzionale assegnatogli? E Piantedosi, invece di limitarsi a condannare i furti di dati addirittura dal Viminale, cercherà di individuare i responsabili? Una vicenda che va chiarita con urgenza e in modo approfondito, prima che diventi, anche questa, un pretesto per un’ulteriore brutale stretta sui diritti individuali e collettivi garantiti dalla Costituzione.


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