Kirghizistan, due giornalisti condannati per la falsa accusa di “incitamento a rivolte di massa”

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Il 10 ottobre Makhabat Tazhibek-kyzy e Azamat Ishenbekov, due giornalisti del portale indipendente chirghizo Temirov Live, sono stati condannati rispettivamente a sei e a cinque anni di carcere per la falsa accusa di “incitamento a rivolte di massa”.
Altri due loro colleghi, Aike Beishekeea e Aklilek Kaparov, sono stati a loro volta condannati con sospensione della pena: se si comporteranno “bene”, in altre parole se rinunceranno a fare il loro lavoro, non sarà eseguita.
I quattro giornalisti condannati, insieme ad altri sette, erano stati arrestati il 16 gennaio dopo che Temirov Live, che trasmette su YouTube, aveva pubblicato una serie di inchieste sulla corruzione governativa.
Degli 11 arrestati,  Makhabat Tazhibek-kyzy, Azamat Ishenbekov, Aike Beishekeea e Aklilek Kaparov erano stati rinviati a giudizio. IL processo era iniziato il 7 giugno, a porte chiuse.
Il 28 settembre il presidente del Kirghizistan, Sadyr Japarov, era intervenuto a processo in corso affermando che gli imputati non erano “veri giornalisti” ma persone che “avevano diffuso notizie false per incitare a rivolte di massa”.
Nel 2022 il fondatore di Temirov Live, Bolot Temirov, era stato privato arbitrariamente della cittadinanza chirghiza ed espulso in Russia.
Nel Kirghizistan sono in vigore leggi repressive, mutuate dal codice penale russo, che impediscono il lavoro della stampa indipendente e obbligano determinati giornalisti a qualificarsi come “rappresentanti stranieri”, ossia di interessi stranieri.

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