0
0
A far scattare l’inchiesta per truffa fu un servizio di Report, che raccolse le dichiarazioni di una dipendente e quella fu una delle prove cardine delle attuali contestazioni alla Ministra del turismo Daniela Santanché. Una storia che, sullo sfondo, fa comprendere l’astio di molti ministri verso l’indipendenza di quella trasmissione. Per restare al tema giudiziario attuale, ciò che viene ricostruito nell’indagine riguarda fatti avvenuti durante il periodo della pandemia. La società della ministra ottenne la cassa integrazione covid, ma i dipendenti nel periodo di riferimento lavorarono ugualmente. All’udienza preliminare del procedimento in cui compare la minustra con il compagno Dimitri Kunz e l’ex collaboratore Paolo Concordia, che si è tenuta in Tribunale a Miilano, l’Istituto di Previdenza ha chiesto e ottenuto di essere parte civile per i danni subiti che, come chiede l’avvocato dell’Inps, andranno valutati in via equitativa. Finora il calcolo della truffa è pari a 126mila euro, legato ai contributi di cig in deroga per 13 dipendenti ottenuti da Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria. La difesa di Santanché chiede di riqualificare il reato di truffa in quello di indebita percezione di erogazioni pubbliche. Più volte, da quando fu aperta l’indagine, è stato sollevato un problema di opportunità politica circa la permanenza di Santanché al Governo, posto, tra l’altro, che l’Inps è un ente pubblico in qualche modo controllato dal Governo.