Il direttore degli approfondimenti della Rai, Paolo Corsini, ha dato dell’infame al conduttore di Piazza Pulita Corrado Formigli, ai microfoni dell’inviata Roberta Benvenuto. Un episodio tutt’altro che isolato e tutt’altro che una gaffe: le dichiarazioni di Corsini sono un attacco immorale e brutale, che va ben oltre la decenza e sorprende ancor più perché proviene da una figura di vertice del servizio pubblico, chiamata per mandato a garantire – non a minacciare – il pluralismo. Si tratta di un linguaggio che non solo tradisce il rispetto professionale, ma evidenzia il degrado culturale di chi, oggi, occupa posizioni di potere nella “cosa pubblica”. La scelta delle parole non è mai casuale e Corsini attinge a un lessico che richiama più le frange di estrema destra e della criminalità, e non certo a un dirigente che dovrebbe incarnare i valori della dignità e della correttezza.
Non è un mistero che Piazza Pulita e La7, nel panorama politico e mediatico, siano sotto pressione: da tempo si registrano attacchi sistematici e tentativi di delegittimazione da ambienti politici di governo. Quando a questo si aggiungono veti e boicottaggi, come è accaduto con l’interruzione delle ospitate di esponenti di Fratelli d’Italia, si tocca un punto di non ritorno. La libertà d’informazione, sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione, è un principio fondamentale che rischia di essere gravemente compromesso da una classe dirigente sempre più intollerante e illiberale.
Alla luce di questi fatti, è indispensabile esprimere piena solidarietà a Corrado Formigli e alla redazione di Piazza Pulita, che rappresentano una voce libera e imprescindibile nel giornalismo italiano. La Rai è chiamata a prendere posizione con urgenza: Corsini ha calpestato il codice etico aziendale e ha dimostrato di non essere idoneo a rappresentare il servizio pubblico. L’unica via dignitosa è il suo allontanamento dai ruoli di vertice.
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