Il Caso Tosa e Vattani: un’intimidazione alla Libertà di Stampa

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In un’Italia sempre più contraddittoria, la storia di Lorenzo Tosa e dell’ambasciatore Mario Vattani mette in luce una preoccupante deriva autoritaria. Vattani, un uomo dichiaratamente fascista che non ha mai rinnegato il suo passato, ha querelato il giornalista Tosa per aver informato i cittadini riguardo a un episodio di violenza del 1989, in cui è stato coinvolto. Il pestaggio di militanti di sinistra da parte di un gruppo di estrema destra, risoltosi con un maxi-risarcimento alle vittime, è stato riportato da Tosa, esponendo le ombre che gravano sulla figura di Vattani.
Tosa non è il primo a trovarsi nel mirino delle querele bavaglio, una strategia insidiosa messa in atto da chi detiene il potere per intimidire e silenziare le voci critiche. Infatti, Vattani ha chiesto ingenti danni al giornalista, colpevole di aver svolto il proprio dovere professionale e di aver richiamato l’attenzione sulle sue “performance” musicali fascio-rock, evidenziando così le incompatibilità della sua nomina a ambasciatore. Il tentativo di Tosa di denunciare questa situazione ha trovato sostegno in una petizione pubblica, che chiede la revoca della nomina dell’ambasciatore fascista mai rinnegato.
Lo denuncia Nicola Fratoianni, deputato e voce critica in questo contesto: “Volete sapere cos’è davvero il mondo al contrario? Succede che un signore dichiaratamente fascista faccia l’ambasciatore per la Repubblica Italiana.” Le parole di Fratoianni evidenziano l’assurdità della situazione e il rischio che rappresenta per la democrazia. In un clima di crescente censura, il caso Tosa appare come un attacco frontale alla libertà di stampa, dove i giornalisti sono costretti a fronteggiare querele temerarie per il semplice fatto di svolgere il loro lavoro.
In questo contesto, il processo che Tosa affronterà tra pochi giorni si configura come un evidente tentativo di imbavagliarlo e intimidire chi cerca di informare i cittadini. Le recenti vicende legate alla censura di figure come Roberto Saviano e le sanzioni nei confronti di giornalisti come Christian Raimo e Serena Bortone evidenziano un panorama preoccupante. “È un tempo difficile per giornalisti e intellettuali con la schiena dritta”, sottolinea Fratoianni, che invita a riflettere sulla necessità di proteggere la libertà di espressione.
La questione non riguarda solo Tosa, ma rappresenta un campanello d’allarme per tutti coloro che credono nel diritto all’informazione e nella libertà di stampa. Le querele bavaglio e i tentativi di intimidazione devono cessare, e la società civile ha il compito di sostenere chi si oppone a queste ingiustizie. In questo straordinario “mondo al contrario” che sembra aver preso piede in Italia, il caso Tosa è emblematico di una battaglia più ampia per la libertà di espressione. Sostenere Tosa significa difendere non solo un giornalista, ma il principio stesso di una stampa libera, essenziale per una democrazia sana.

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