Il prossimo 8 ottobre Enzo Nucci presenterà il suo ultimo libro “Africa contesa” (Infinito Edizioni) presso “Gli esploratori” (in via Trionfale 88 a Roma – ingresso libero) in un dialogo con Pietro Veronese. Il libro, accolto dal pubblico come uno straordinario approfondimento economico e sociale sull’Africa, offre importanti spunti sull’attualità, scritto alla maniera di un grande inviato.
Gli eventi che hanno preso forma dal 2020 a oggi sono le levatrici di un nuovo ordine mondiale i cui equilibri, sviluppi e confini sono ancora tutti da definire. Un work in progress che fa dell’Africa il tassello centrale del puzzle geopolitico in fieri.
La Russia, dopo gli anni dell’abbandono seguiti allo sfacelo dell’impero sovietico, è tornata al lavoro per riconquistare posizioni che deteneva durante la guerra fredda, entrando in competizione con la Cina. Gli Stati Uniti faticano a seguire il cammino di un continente in rapida evoluzione mentre i Paesi europei (in particolare la Francia) pagano lo scotto di un passato coloniale che si perpetua fino ai nostri giorni grazie al sostegno artificioso a “governi fantoccio”. Intanto anche la Turchia ha fatto il suo ingresso in Africa in competizione con i Paesi arabi.
In questo coacervo di interessi – materie prime, controllo geopolitico del territorio, basi militari, commercio – l’Africa prova a ritagliarsi un ruolo inedito, anche attraverso la nascita di un nuovo movimento di Paesi non allineati che rifiuta la richiesta del blocco occidentale di isolare la Russia sul piano internazionale ma che si ribella anche a Mosca che molto promette in termini di cooperazione e aiuti ma poco mantiene. Su tutto pesa l’incognita jihadista, che sta concentrando in Africa i suoi sforzi per la creazione del Califfato dopo il fallimento nell’area mediorientale.
L’Africa oggi è un alleato prezioso che fa gola a troppi ma la decolonizzazione di facciata ha reso i leader più consapevoli delle potenzialità di popoli e risorse. E ormai nessuno si accontenta delle poche briciole lanciate astutamente dal tavolo dei Paesi ricchi.