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Altra bacchettata dell’Europa all’Italia sulla condizione dei rom

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«La situazione abitativa dei rom rimane motivo di preoccupazione». È quanto si legge nel nuovo rapporto dell’ECRI (European Commission against Racism and Intolerance) dedicato all’Italia al termine del sesto ciclo di monitoraggio (https://rm.coe.int/sixth-report-on-italy-translation-in-italian-/1680b205f7) che ha visto coinvolta, tra i soggetti ascoltati, anche l’Associazione 21 luglio.

«Molti rom risiedono ancora in insediamenti spesso privi di servizi di base e situati nelle periferie delle città, con accesso limitato ai trasporti pubblici – viene riportato nel testo -. Inoltre, nonostante le raccomandazioni dell’ECRI e di altri organismi internazionali, sono continuati gli sgomberi forzati di rom in violazione delle norme internazionali». Per tale ragione viene raccomandato al Governo italiano «di intraprendere ulteriori azioni per affrontare la difficile situazione abitativa dei rom, tra l’altro garantendo che i rom che potrebbero essere sgomberati dalle loro case (a causa delle loro condizioni al di sotto degli standard o della loro ubicazione in insediamenti irregolari) godano di tutte le garanzie previste dalle norme internazionali, in particolare che siano avvisati dello sgombero programmato con largo anticipo, che si avvalgano di un’adeguata protezione giuridica e che non siano sgomberati senza la possibilità di essere ricollocati in un alloggio dignitoso; cooperando più strettamente con gli enti locali competenti e sostenendoli finanziariamente per fornire un numero sufficiente di alloggi sociali ai membri vulnerabili della comunità rom».

Associazione 21 luglio ricorda che proprio in questi giorni è in atto un imponente sgombero forzato nel Comune di Guidonia-Montecelio, alle porte di Roma, che potrebbe portare 170 persone, di cui più della metà minori, sulla strada (https://www.21luglio.org/comunita-rom-di-guidonia-a-rischio-di-sgombero-forzato-la-preoccupazione-dellassociazione-21-luglio/).

Per questo Associazione 21 luglio, insieme all’European Roma Rights Centre, sta supportando quattro famiglie dell’insediamento in un ricorso urgente alla Corte Europea per Diritti dell’Uomo.

Ma non è solo sul tema dell’abitare che l’ECRI critica il nostro Paese. Diverse infatti, le criticità individuate. La prima riguarda la Strategia Nazionale 2021-2030 che, secondo ECRI, «la nuova Strategia manca di chiari stanziamenti di bilancio per particolari obiettivi e di forti meccanismi di coordinamento che consentirebbero all’UNAR di svolgere efficacemente il suo ruolo di coordinamento, monitoraggio e scambio con gli enti istituzionali interessati, anche a livello locale e regionale»

Altro tema critico è quello dell’istruzione, dove l’ECRI rileva «che esiste ancora un divario significativo tra i tassi di frequenza e di rendimento scolastico tra i bambini rom e gli altri alunni» le cui cause risiedono nella «instabilità della situazione abitativa e gli sgomberi forzati che comportano l’interruzione scolastica, la mancanza di trasporti adeguati dagli insediamenti alle scuole nonché l’assenza di altre forme di sostegno mirato per i bambini rom, il bullismo nei confronti dei bambini rom nelle scuole, la mancanza di reazione degli insegnanti ai primi segnali di abbandono, l’esclusione digitale e la mancanza di competenze linguistiche che impediscono ad alcune famiglie rom di completare le procedure di iscrizione a scuola». Secondo l’ECRI è pertanto necessario «intraprendere un’azione decisiva per identificare le cause primarie dell’assenteismo e dell’abbandono scolastico precoce e prevenire questi fenomeni, in particolare fornendo un sostegno adeguato ai bambini rom e alle loro famiglie in tutte le fasi dell’istruzione».

Associazione 21 luglio esprime soddisfazione per i contenuti emersi nel rapporto che, a parere dell’organizzazione, fotografano in maniera nitida la strada da intraprendere: risoluzione della problematica alloggiativa attraverso il superamento degli insediamenti monoetnici e attenzione all’infanzia presente al loro interno, con una particolare attenzione alla prima infanzia, garantendo l’istruzione prescolare.

«Su questi due versanti occorre rimboccarsi le maniche – commenta Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio -. I segnali sono incoraggianti, considerato che se nel 2010 erano 40.000 i rom presenti nei campi, oggi ne restano 13.000 (www.ilpaesedeicampi.org), ma tanto resta da fare e l’impegno di Associazione 21 luglio proseguirà con un lavoro incessante e capillare per colpire al cuore il “sistema campi”, un sistema perverso, dispendioso, lesivo della dignità umana. Lo faremo – termina Stasolla – continuando a restare a fianco di quelle comunità che oggi stanno pagando un presso altissimo per l’esclusione istituzionale ancora viva, come quella presente nel Comune di Guidonia-Montecelio, sulla quale incombe un sgombero forzato promosso da autorità locali miopi e incapaci di affrontare e risolvere le problematiche in maniera adeguata».


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