Via i poliziotti dal piano della premier? Se la notizia fosse vera avrebbe un sapore eversivo

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Non passa giorno senza che in casa Meloni esploda un caso in qualche modo legato alla gestione “profonda” del potere, di quello che si potrebbe definire “deep State”.

Il potere è per sua natura cospirativo, il “potere profondo” quello che ha a che fare con il sordo, costante conflitto tra apparati e tra il “dentro” ed il “fuori” le Istituzioni si manifesta tradizionalmente nella forma del “complotto” che è una cospirazione rafforzata, diciamo.

I complotti, presunti o reali, esplodono da mesi nel cielo della Repubblica come fuochi d’artificio e lasciano molti col naso all’insù a domandarsene natura e finalità. Belli, però basta!

L’ultimo, in ordine di tempo, dopo i “botti” Crosettos-spy, sorella-Arianna, Sangiuliano in love, è quello dei poliziotti che sarebbero stati allontanati dal primo piano di Palazzo Chigi, per diretto intervento della Presidente Meloni.

Sono seguite alla denuncia, partita dalle colonne de La Stampa, le piccate e ferme smentite di Palazzo Chigi che si è affrettato a rimarcare come la fiducia della premier nella Polizia sia totale e sempiterna e le precisazioni di Chigi e del Viminale che al più si sarebbe trattato soltanto degli “ascensoristi”, cioè di poliziotti addetti esclusivamente, loro malgrado, ad accompagnare in ascensore la Premier o chi questa attendesse e poi congedasse dalle sue segrete stanze. Nella ricostruzione ufficiale dunque, non soltanto mancherebbe completamente l’offesa, ma anzi si tratterebbe di un provvedimento preso a maggior gloria della dignità professionale dei poliziotti finalmente liberati da un compito così (apparentemente) banale e frustrante.

Sia come sia, bisogna richiamare una regola generale del potere profondo, consacrata dalla diabolica capacità del nazista Goebbels: una menzogna a forza di esser ripetuta, diventa vera e comunque produce effetti tragicamente veri.

Se la notizia dell’allontanamento dal piano della Presidenza del Consiglio della Polizia e non degli “ascensoristi” fosse vera, avrebbe un sapore tremendamente eversivo, una roba da “Piano solo”, un messaggio di natura intimidatoria partito dalla Presidenza del Consiglio all’indirizzo degli apparati e dei cittadini medesimi: lo Stato siamo “noi”, fuori tutti quelli che non ci piacciono.

Se la notizia dell’allontanamento della Polizia e non degli “ascensoristi” fosse falsa, avrebbe comunque un sapore eversivo, ma al contrario: sarebbe cioè un messaggio di natura intimidatoria mandato alla presidenza del Consiglio, una chiara dimostrazione della capacità di metterla in imbarazzo con gli apparati più delicati e potenti dello Stato medesimo, costringendola ad acrobatiche giustificazioni.

Ma può anche darsi che sia vera la versione del palazzo e cioè che ad essere “licenziati” siano stati soltanto gli “ascensoristi” e chissà magari, come qualcuno sussurra, non tanto per una questione di adempimenti funzionali, ma di terribili e sonore flatulenze. Perché no? Se fosse un problema di flatulenze ad aver messo oltre modo in difficoltà gli abituali fruitori dell’ascensore presidenziale o i loro graditi ospiti? Come escludere che qualcuno nel Palazzo abbia sospettato che i presunti “flatuatori” fossero stati selezionati apposta per seminare panico e disagio (non sarebbe nemmeno la prima volta di un simile ricorso ad un’arma “non convenzionale”, per altro!).

Aldilà delle battute e delle concessioni alla caricatura del potere, c’è un sicuramente almeno un fatto vero, che le antenne di Palazzo Chigi avranno sicuramente registrato a valle di questa vicenda, semplicemente leggendo i giornali di oggi e cioè che i poliziotti sono prima di tutto dei lavoratori e che come tali parlano con le proprie rappresentanze sindacali che a loto volta parlano con i giornalisti.

Quanto sarà ancora tollerabile tutto ciò nell’Italia che marcia solare tra bavagli e pregiudizi?

Sarebbe successa la stessa cosa, si chiederanno ai piani “alti”, se al posto di agenti della forza di polizia ad ordinamento civile, ci fossero stati soltanto dei militari? Forse no o magari sì, stante la recente giurisprudenza della Corte Costituzionale che ha stabilito che pure i militari sono dei lavoratori e come tali hanno diritto ad avere dei sindacati veri e propri. Ed allora, che fare?!

Me li immagino i vertici di Palazzo Chigi, chiusi in una stanza fumosa, lambiccarsi alla ricerca di una soluzione finale, magari dell’ennesimo bavaglio questa volta per vietare per legge che gli appartenenti alle Forze dell’Ordine si lamentino con i propri sindacati per come vengono trattati. O quanto meno per vietare ai giornalisti di pubblicare le lamentele dei sindacalisti. O, per evitare questioni di legittimità costituzionale ex art. 3, una norma che vieti la pubblicazione di qualunque forma di lamentela. Ed ecco, per incanto, un Paese, rectius una Nazione unita e felice. Come una famiglia tradizionale!


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