Cinquecentomila firme sembravano impossibili da raccogliere in pochi giorni, e sarebbe stato così se non fosse stata introdotta la possibilità della firma digitale. Invece tanti Davide hanno sconfitto Golia, facendo sì che il referendum sul diritto di cittadinanza dopo cinque anni di permanenza in Italia divenisse realtà. Adesso attendiamo il pronunciamento della Consulta, ma già il fatto che alcuni piccoli partiti, da Più Europa a Possibile, siano riusciti a mobilitare l’opinione pubblica su un tema così importante è significativo. Dimostra, ancora una volta, che il Paese, e in particolare il suo fronte più avanzato, è pronto a cambiare; anzi, chiede a gran voce dignità e diritti per chiunque. È “il diritto di avere diritti” di cui parlava il professor Stefano Rodotà, è l’articolo 3 della Costituzione, è il preludio di una nuova primavera di lotte e di referendum, a ottant’anni dal giorno della Liberazione. Facciamo in modo che, fra pochi mesi, sia davvero una grande festa collettiva.
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