Il 22 e 23 settembre 2024, in apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (NU), i capi di stato e di governo si riuniranno nel palazzo dell’Onu a New York per il “Summit del Futuro” che adotterà il “Patto per il Futuro”, un “Global Digital Compact” e una “Dichiarazione sulle future generazioni”.
In vista del summit, la Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, il Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova e la Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace” dell’Università di Padova hanno inviato al Governo Italiano alcune proposte concrete da portare a New York.
Di seguito il testo integrarle
Ecco cosa chiediamo al Governo Italiano
Il 22 e 23 settembre 2024, in apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (NU), i capi di stato e di governo si riuniranno nel palazzo dell’Onu a New York per il “Summit del Futuro” che adotterà il “Patto per il Futuro”, un “Global Digital Compact” e una “Dichiarazione sulle future generazioni”.
La proposta di un Summit del futuro è stata lanciata dal Segretario generale delle NU nel Rapporto “La nostra Agenda Comune” pubblicato nel 2021 in risposta all’appello degli Stati membri che chiedevano idee su come rispondere meglio alle sfide attuali e future. Il Rapporto chiede di rinnovare la fiducia e la solidarietà a tutti i livelli, tra i popoli, i Paesi e le generazioni; di ripensare radicalmente i nostri sistemi politici, economici e sociali, così che possano agire in modo più equo ed efficace per tutti; di potenziare e democratizzare il sistema multilaterale.
Il 17 luglio è stata pubblicata l’ultima versione della bozza di Patto per il Futuro, elaborata da un Comitato rigorosamente intergovernativo (le organizzazioni nongovernative sono escluse dalla stanza negoziale) coordinato da due stati co-facilitatori: Germania e Namibia. L’assunto di fondo è che le profonde trasformazioni in atto a livello globale richiedono un rilancio del multilateralismo e della global governance: “non si tratta di un’opzione, ma di una necessità”.
I capi di stato e di governo ribadiscono la centralità delle Nazioni Unite in un’architettura multilaterale che deve essere rafforzata, per stare al passo con un mondo che cambia, attraverso una maggiore rappresentatività, inclusività, interconnessione e finanziamenti stabili. Ribadiscono altresì “l’incrollabile impegno” nei confronti del diritto internazionale e dei principi e degli obiettivi enunciati nella Carta delle NU. Una maggiore interazione dei tre pilastri delle NU – sviluppo sostenibile, pace e sicurezza, diritti umani – , nonché la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile enunciati nell’Agenda 2030 delle NU costituiscono altrettanti impegni.
Dopo aver richiamato l’incipit del Preambolo della Carta delle NU che recita “noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra”, i capi di stato e di governo prendono atto che “questo flagello sta assumendo forme nuove e più pericolose” e si impegnano solennemente a rispettare gli obblighi di diritto internazionale, a invertire l’erosione delle norme internazionali, a fare pieno uso di tutti gli strumenti e i meccanismi previsti dalla Carta delle NU e dal diritto internazionale, a intensificare l’uso della diplomazia per risolvere pacificamente le controversie tra Stati, e a porre fine all’impunità.
La persona umana con il suo corredo di diritti fondamentali riconosciuti nella Dichiarazione Universale del 1948 è posta al centro delle azioni per l’attuazione del Patto, impegnando i capi di stato e di governo a promuovere e proteggere tutti i diritti umani, a riconoscerne l’universalità, l’indivisibilità e l’interdipendenza e a garantire la libertà dalla paura e dal bisogno per tutti, senza discriminazioni.
Le 58 Azioni proposte dai capi di stato e di governo: retorica intergovernativa o coraggio del cambiamento?
Per approfondire “La cura del vero”