Scuse pelose. Scuse pelose e speciose alla moglie arrampicandosi sugli specchi. Questo ha fatto in un’intervista rilasciata alla prima rete del Paese il ministro della cultura Sangiuliano. Con il risultato di umiliarsi e inguaiarsi sempre di più in una ragnatela di colorrosso pompeiano. Perché un politico, a forza di coprirsi di ridicolo e vergogna, come è giusto che sia visto che “politikos” in greco significa comune a tutti i cittadini, fa sempre una brutta fine sotto il profilo civile, l’autodafé non lo salva agli occhi della collettività. Soprattutto se il politico in questione, nei confronti del quale sta scattando in queste ore l’accusa di peculato, ha pensato di essere una specie di James Bond con licenza sessuale. Potere in cambio di tutto ciò che può alimentare il suo narcisismo .
E’ già successo nei miti. E’successo nella storia. A riprova del fatto che esseri umani e realtà portano la cifra della complessità, ineludibile. E per questo miti e storia avranno sempre qualcosa di molto umano da raccontarci.
Prendiamo il poema che vede protagonista un guerriero intrepido in battaglia, ma perplesso ed esitante di fronte a una donna. Lui è l’eroe Enea, scampato alle fiamme della città di Troia dove non si capisce se la prima moglie Creusa sia morta o sia da lui stata abbandonata o sia stata divinizzata. Povere mogli che non è chiaro se ci siano ancora e che ruolo potrebbero avere a seguire nella vicenda del protagonista. In questo caso Enea, figlio di Venere, chiamato pius per tutta l’Eneide, e che difficilmente sta simpatico al lettore nonostante sia il progenitore dei padri romani (e anche questa antipatia che suscita è un tratto in comune con il nostro ministro, campione di ridicolo e vergogna a cui espone leistituzioni italiane e il primo patrimonio culturale al mondo). La donna, nel mito, è Didone: forte, saggia, astuta. Ma ad un certo punto accecata dal furore amoroso, quando viene abbandonata dopo una notte trascorsa “in trasferta” (chiamiamola così anche noi) in una grotta, durante un temporale. Tutti sanno di loro, anche senza social. Persino i sovrani dei regni confinanti lo sanno. E tutti costoro che sono i sudditi cartaginesi e re Iarba e persino gli dei in realtà siamo anche noi spettatori, che seguiamo lo sviluppo di un affaire cuorato e vaporoso, facendo le pulci a instagrammabilivicende. Ho scritto spettatori ma il termine scelto è tristemente inesatto. Non siamo spettatori. In realtà saremmo cittadini alla vigilia di un G7 cultura di cui già sappiamo cosa verrà ricordato. La Fama, mostro alato che mescola verità a menzogne, ci ha informato. Parliamo di sputtanamento, pensiamo a Berlusconi, tiriamo in ballo la sfera pubblica, quella privata.
La vicenda di Enea e Didone, e di riflesso quella del ministro Sangiuliano e della signora Boccia, “pompeiana esperta” come la chiama Paolo Mieli, dunque non è gossip, è politica. Perché riguarda tutti. Ha a che fare con la concezione che spesso si ha del potere, che si pensa di poter usare per accecare gli altri e di cui a certi livelli non riusciamo più a fare a meno. Così capita poi che se ne rimanga vittima. Capita che ne venga fuori una scia di guai. Capita che uno non riesca a difendersi in maniera dignitosa, e ioattenzione, sono tornata a parlare del povero Enea, che piagnucolando arriva a dire che se avesse potuto lui avrebbe preferito vincere la guerra e non perdere né Troia né la moglie. Del resto lui ci tiene anche a precisare che non ha mai stretto vincoli matrimoniali con Didone, abbandonata al suo destino non si capisce se per dovere o per ambizione. Allo stesso modo gliEnea dei nostri giorni chiariscono di non aver conferito incarichi a persone, che però sostengono di sì, per non essere accusati di conflitto di interessi. E Didone? Didone, quando capisce di non poter trattenere con sé l’amato che sta deludendo tutte le sue aspettative, gli si scaglia contro, lo maledice, prega che faccia naufragio, che veda morire suo figlio, poi cambia idea, ha uno scatto di orgoglio, si perde nelle sue fosche visioni. E’ ricattabile Enea, non è ricattabile? Finirà male, per Didone. Ma intanto le guerre puniche, grazie ai suoi post gonfi di anatemi dall’Ade,chiamiamoli così! in futuro scoppieranno. I cittadini-spettatori con la loro voyeuristica curiosità sono avvisati.